FEBBRAIO 2020 INTERVISTA A "GIOVANNI MARGARONE" A CURA DI ROSALINDA DI NOIA

Testo di Rosalinda Di Noia

Ben trovati amici di Almax Magazine, da Rosalinda Di Noia!

Come avrete notato nella mia rubrica mi piace dare spazio ad ogni forma di arte e non solo, perché secondo me è il miglior modo per avere una mentalità e visione aperta e proprio per questo motivo non perdo mai occasione di esplorare l’ignoto.

Ancora una volta ho scelto come ospite, qualcuno che ci porta nel magico mondo della lettura e l’ho fatto con uno scrittore che negli ultimi anni si è affermato e non ha mai smesso di scrivere e coltivare le sue passioni.

Questo mese, come ospite della mia rubrica, abbiamo Giovanni Margarone, che ci presenta il suo ultimo libro dal titolo E Ascoltai Solo Me Stesso portandoci dritti nel suo mondo e modo di vedere letterario.

Ma andiamo ad approfondire la sua conoscenza, con questa bella chiacchierata che ho fatto proprio con lei.

RDN: Ciao Giovanni, grazie di essere qui con noi e benvenuto!

GM: Ciao Rosalinda e grazie a voi!

RDN: Come è nata la passione per la scrittura?

GM: Mi è sempre piaciuto leggere, quando ero ragazzo il mio sogno era quello di scrivere anch’io. Perciò, a 12 anni circa, scrissi due romanzi mai pubblicati che ancora conservo gelosamente. Scrissi anche racconti… insomma mi ero reso conto che la penna scorreva agile e riuscivo a trasfondere nella scrittura le mie idee. Ma è più di una passione, perché il termine passione, nel mio caso, lo ritengo troppo generico. Scrivere lo considero un obiettivo costante di vita; una meta, più mete che raggiungo ogni volta che ho terminato di scrivere un romanzo. È un moto inarrestabile che mi spinge ogni volta che progetto di scrivere un nuovo romanzo, quando arrivano le idee che sono vera linfa che alimenta uno scrittore.

RDN: Quali sono gli scrittori o autori da cui prendi spunto?

GM: La letteratura classica è sicuramente il mio punto di riferimento. L’800 e il ‘900 sono stati prolifici di autori che hanno costruito la letteratura italiana e straniera. Se dovessi scegliere, tra gli autori che ho letto non posso non citare Dostoevskij, Tolstoj, Proust, Gogol, Balzac e i nostri Calvino, Svevo, Pavese e Deledda. Le letture di questi grandi non possono che nutrire uno scrittore dei nostri tempi, perché il loro stile, la loro profondità sono ineguagliabili.

RDN: Sin da ragazzo sei sempre stato un assiduo lettore, ma la scrittura insieme alla musica sono state per te due vocazioni naturali, cosa lega tra di loro queste due passioni o cosa ti ha spinto a farne di una professione la prima?

GM: Già, infatti la musica è stata ed è tuttora uno dei miei due grandi interessi. Ma ciò che differenzia le due pratiche per quanto mi riguarda è che nella musica si è interpreti, a meno che non si diventi compositori. Invece nella scrittura si è i creatori diretti; ciò che si scrive è nostro, è opera personale quindi. Per questo, pur non tralasciando mai la musica, ho diretto tutta la mia attenzione alla scrittura, diventando questa la mia attività.

RDN: Tutti i tuoi romanzi rientrano principalmente in quelli di formazione perché in ogni tuo libro i personaggi compiono un viaggio introspettivo e formativo, come mai questa scelta e quale scopo ha nei confronti del lettore…

GM: Penso che sia una mia vocazione naturale più che una scelta. Ognuno di noi usa un linguaggio per comunicare, perché lo scrivere è comunicare. Quindi ogni autore naturalmente usa un linguaggio. Il mio linguaggio è narrativo, basato sui personaggi e loro vicende esistenziali, mentre altri scrittori “parlano” altri linguaggi, scrivendo romanzi di genere (gialli, etc…), una narrativa diversa che aumenta l’offerta letteraria e fa sì che tutto sia caratterizzato da una poliedricità che deve esistere. Non potrebbe essere altrimenti, perché variegata è la nostra natura umana e variegato è il nostro mondo. È l’estrosità che caratterizza tutte le arti, se così non fosse, il mondo sarebbe una deserta landa grigia e uniforme. Riguardo agli scopi della mia narrativa, sono quelli di promanare messaggi tramite i personaggi e loro vicende, affinché il lettore sia indotto a riflettere su determinati sentimenti, emozioni e valori. La riflessione è importante, perché permette di guardare dentro noi stessi e di vedere ciò che ci circonda da prospettive diverse. Allargare in nostri orizzonti significa aprire la nostra mente, vincere i pregiudizi, comprendere gli altri, entrare in sintonia con il mondo, usando la nostra intelligenza e la nostra ragione. La cultura è una preziosa essenza da promuovere e sostenere, perché non può che fare bene alla nostra società.

RDN: Negli ultimi tempi stanno sempre prendendo di più piede i libri formato e-book togliendo sempre di più spazio alla versione cartacea, qual è la tua, opinione in merito?

GM: Personalmente, mi sono avvicinato poco al libro digitale e prediligo quello tradizionale; tuttavia bisogna accettare il progresso e non essere ottusi. Facendo riferimento a quanto ho detto prima, l’importante è che la cultura sia promossa e diffusa, non importa il mezzo. Se aumenterà la pletora di lettori e lettrici digitali, ben venga, basta che si continui al leggere!

RDN: Nel corso della tua carriera hai ricevuto svariati riconoscimenti, quale di questi custodisci gelosamente nel cuore?

GM: Non ho una graduatoria, sono tutti riconoscimenti di giurie degne di questo nome; quindi ogni premio che ho ricevuto, sia esso da podio o una menzione speciale, mi onora accrescendo in me la motivazione a scrivere. Essere giudicati fa parte della carriera di uno scrittore e lo fa maturare professionalmente. La critica ci deve essere, perché solo così un autore può capire i suoi errori e migliorarsi. Bisogna essere umili, la superbia qui non deve esistere, solo così si può riuscire nell’intento di scrivere opere di qualità. Il lettore, comunque, è sempre il primo giudice, e pertanto va rispettato con estrema umiltà.

RDN: All’attivo hai anche svariate raccolte di racconti, parlaci di questi…

GM: Sono racconti scritti in passato, tanti li ho persi nel tempo, non li ho mai pubblicati, tranne uno che è andato a far parte di un’antologia. Tuttavia prediligo il romanzo, sebbene siano molti i lettori che preferiscono il racconto. Non è escluso che magari in futuro riprenda quei racconti e ne pubblichi una raccolta. Per ora sono concentrato sul romanzo, ho due inediti già pronti e uno in fase di stesura.

RDN: Nel 2018 esci con la seconda edizioni dei tuoi libri precedenti, ovvero, “Note Fragili”, “Le Ombre delle Verità Svelate” e “Quella Notte Senza Luna” parlaci brevemente di essi... e quale sei più legato? Lo scorso anno sei uscito con un nuovo libro “E Ascoltai Solo Me Stesso” come nasce questo libro e come decidi di riportare nel romanzo il tema della guerra civile in Spagna?

GM: Sono tutti romanzi scritti nel decennio che si è appena concluso. Quella Notte senza luna sarà pubblicato in seconda edizione penso in autunno.

Note fragili è la vicenda esistenziale di un ragazzo con la vocazione per la musica. Durante il suo percorso, l’ambizione lo pervade a tal punto da non essere più soddisfatto di sé stesso, allontanandolo dalle cose belle della vita. La musica paradossalmente diventerà per lui un amore-odio che lo porterà a vivere un sofferto dramma esistenziale. Un amore nato in quel periodo lo prenderà per mano…

Le ombre delle verità svelate è un romanzo più strutturato e finora è quello a cui ho dedicato più energie a sono più legato. Sono tre i personaggi principali di questo romanzo in un intreccio delle loro storie, dalla diversa intensità, all’ombra di una verità comune, che sarà cercata per un personaggio, non cercata per un altro e celata nonché scomoda per un altro; tre verità in una sola. Il romanzo è un carosello di emozioni che il lettore può vivere fino all’ultima pagina del libro. Un romanzo in cui i sentimenti si susseguono in un intersecarsi di situazioni intrise di coraggio e di speranza.

E ascoltai solo me stesso è un romanzo in cui viene posta in risalto tutta la forza di un ragazzo – Jacques - che combatte, nonostante la sua giovane età, contro il pregiudizio e l’indifferenza. Per riuscire nel riscatto sociale di un anziano agricoltore, Michel, che diventa suo amico, isolato dalla comunità per colpa del diffuso pregiudizio nei suoi confronti, Jacques ascolterà solo ciò che sentirà dentro sé stesso. Il libro nasce dalla mia volontà di far comprendere quanto il pregiudizio, l’indifferenza e l’esclusione sociale siano deleteri per tutti noi, quanto siano elementi di regressione dal punto di vista sociale e antropologico. Per raccontare questo ho ripreso la vicenda della guerra civile spagnola patita come profugo dal vecchio Michel. In quel periodo oscuro della storia, 500.000 furono i profughi spagnoli che fuggirono dopo la venuta di Franco, i quali patirono una grave e sofferta vicenda di emigrazione. Un evento che dimostra quanto l’emigrazione a causa delle guerre non sia un fatto solo dei nostri giorni, ma come sia sempre esistito. Raccontando le sofferenze di Michel, voglio far capire quanto non si possa essere indifferenti verso coloro che fuggono dalle loro terre devastate dalla guerra.

RDN: Se dovessi usare tre aggettivi per descrivere il libro quali useresti?

GM: Attuale, profondo, educativo.

RDN: Per chi volesse acquistare i tuoi libri dove possono trovarli?

GM: Nelle librerie sono ordinabili ovunque e sugli store on-line anche in formato ebook.

RDN: Benissimo Giovanni! Grazie ancora per la tua gentilissima disponibilità è stato un vero piacere parlare con te.

GM: Io ti ringrazio di cuore, per l’invito! A presto!

Come avete potuto vedere in l’Italia c’è ancora gente che è piena di passione e voglia di fare per trasmettere qualcosa cercando di regalare un’emozione e magari anche di trasmetterle ad altre persone, perché in fondo il bello della vita e dare e ricevere anche in modo inconsapevole permettendo a noi stessi di arricchirci nell’anima.

Con questo vi saluto e alla prossima!

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima! 

RECENSIONE DEL LIBRO "E ASCOLTAI SOLO ME STESSO" DI GIOVANNI MARGARONE

Questo mese, torniamo a parlare di libri e lo facciamo proprio con la mia ospite del mese che ci ha presentato il suo ultimo libro durante la nostra chiacchierata che vi ho proposto precedentemente, ovvero Giovanni Margarone.

Il libro in questione si intitola: “E Ascoltai Solo Me Stesso”.

Il libro racconta la storia di Jacques, uno ragazzo cresciuto in un paesino della Francia, di nome Saintes-Maries-de-la-Mer, dove la gente ha ancora la mentalità molto chiusa e si fa condizionare dal pregiudizio e maldicenze. Il giovane ragazzo, dopo essere stato assunto come aiutante e stretto amicizia con Michel, si troverà a dover combattere contro tutti gli abitanti del paese per lui.

Michel è un uomo spagnolo che è scappato dalla guerra civile spagnola trasferendosi a vivere nella cittadina ma che da sempre è stato esiliato a causa di dicerie della gente che lo facevano passare l’anziano per un pazzo e a causa di ciò è molto diffidente delle persone.

Tra i due protagonisti si crea un rapporto profondo che porterà il ragazzo ad una maturità e consapevolezza personale che lo spingerà a farsi aiutare dal parroco e dalla madre per ottenere la riabilitazione della reputazione dell’amico. Il libro sarà un vero proprio percorso alla scoperta dei protagonisti, infatti, ci insegnerà che non bisogna mai fermarsi alle apparenze e ascoltare solo se stessi e la propria voce interiore.

Questo è un libro che ha rinforzato ancora di più le mie idee personali, ovvero, noi siamo gli artefici del nostro destino ma in qualche modo certi incontri, certe occasioni non avvengono per caso ma in realtà aspettano solo il momento giusto per manifestarsi. 

L’ho trovato molto scorrevole e piacevole nella lettura, in quanto viene utilizzato un linguaggio semplice, diretto e una descrizione delle situazioni e dei luoghi dettagliati al punto giusto. Questo ultimo particolare lo apprezzato moltissimo per due motivi. Il primo perché ti permette con poche parole di volare con la fantasia e tentare di immaginare ad occhi chiusi i posti e gli avvenimenti che vengono descritti e il secondo perché troppi dettagli insieme rischiano di annoiare il lettore togliendogli il gusto di scoprire quello che accade nel capitolo successivo appesantendo la lettura.

Ammetto di averlo trovato molto coinvolgente con una trama ricca di colpi di scena che ti prende a tal punto che non vedi l’ora di scoprire cosa succede nel capitolo successivo e poi perché inconsciamente ti ritrovi a fare un viaggio introspettivo e personale insieme al protagonista.

Un libro consigliatissimo da leggere perché oltre ad essere citato un periodo storico lontano tratta argomenti molto attuali come il pregiudizio che nella nostra cultura nonostante siamo nel XXI secolo è ancora molto radicato.

Inoltre vi ricordo che chi fosse interessato ad acquistare il libro lo potete trovare in tutte le librerie e negli store online e che è stato pubblicato dalla Casa Editrice Kimerik.

Auguro a tutti voi buona lettura!

RECENSIONE DEL LIBRO "NOTE FRAGILI" DI GIOVANNI MARGARONE

Questa volta vi suggerisco un libro, per esattezza, il primo romanzo realizzato da uno scrittore che ho avuto modo di intervistare in precedenza. L’autore in questione è Giovanni Margarone e pubblicato per la Casa Editrice Kimerik.

Il libro che vi propongo si intitola: “Note Fragili”.

È la storia di Francesco, un ragazzo talentuoso e da un’intensa sensibilità che si diplomerà al conservatorio. Il ragazzo si avventurerà in un percorso pieno di ostacoli soprattutto familiari, infatti, si troverà a combattere tra la comprensione della madre e l’incomunicabilità con il padre.  Nonostante le numerose difficoltà l’amicizia con Michele, suo insegnante privato di pianoforte, si rivelerà determinante per la sua carriera artistica portandolo con sé a Nizza, dove lo presenterà all’amico Philippe.

Quest’ultimo riconoscendo il grande talento del ragazzo lo porterà a suonare prima nel sud della Francia fino ad arrivare a Parigi.

Nel corso del cammino si ritroverà a vivere tutta una serie di emozioni, conoscenze ed eventi dolorosi che lo segneranno nel profondo ma l’incontro e l’amore con la collega violinista croata Ana durante un periodo dilaniante della sua carriera artistica che gli cambierà la vita.

Personalmente questo è quel genere di libro che unisce insieme alcune mie passioni, ovvero la musica e la lettura.

L’ho trovato molto scorrevole e piacevole nella lettura, in quanto viene utilizzato un linguaggio semplice, diretto e una descrizione delicata che ti permette di capire e vivere insieme al protagonista tutte le sue emozioni.

Ammetto di averlo trovato molto coinvolgente perché racconta la storia di un musicista sotto l’aspetto umano e nella lotta con sé stesso tra euforia nel realizzare un sogno e lo sconforto nel sentirsi fallito perdendo ogni minimo stimolo per andare avanti. 

Consiglio questa lettura a tutti gli appassionati di musica ma soprattutto a chi per professione ha scelto proprio di vivere di arte intraprendendo la carriera del musicista o cantante e perché no magari anche l’attore. Sono certa che tutti voi vi ritroverete nel personaggio perché durante la vostra vita lavorativa avete vissuto dei crolli psicologici o momenti in cui eravate demotivati. 

Inoltre vi ricordo che chi fosse interessato ad acquistare il libro lo potete trovare in tutte le librerie e negli store online.

Auguro a tutti voi buona lettura!