FEBBRAIO 2020 INTERVISTA A "STEFANO ORLANDO PURACCHIO" A CURA DI ROSALINDA DI NOIA

Testo di Rosalinda Di Noia

Ben trovati amici di Almax Magazine, da Rosalinda Di Noia!

Come avrete notato nella mia rubrica mi piace dare spazio ad ogni forma di arte e non solo, perché secondo me è il miglior modo per avere una mentalità e visione aperta e proprio per questo motivo non perdo mai occasione di esplorare l’ignoto.

Ancora una volta ho scelto come ospite, qualcuno che ci porta nel magico mondo della lettura e l’ho fatto con uno scrittore che in questi anni si è fatto strada in questo modo grazie anche alla sua professione di giornalista e che non smette mai di reinventarsi.

Come ospite della mia rubrica, abbiamo Stefano Orlando Puracchio, che ci presenta il suo ultimo libro dal titolo Io e il Signor OZ portandoci dritti nel suo mondo della narrazione.

Ma andiamo ad approfondire la sua conoscenza, con questa bella chiacchierata che ho fatto proprio con lui.

RDN: Ciao Stefano, grazie di essere qui con noi e benvenuto!

SOP: Ciao Rosalinda e grazie a voi!

RDN: Come è nata la passione per la scrittura?

SOP: Ho iniziato come direttore del giornalino scolastico. Il giornalino si chiamava Peter Pan e, quasi come presagio di tutto quello che avrei dovuto affrontare in futuro, era realizzato con un budget risibile. Per riuscire a pubblicarlo abbiamo dovuto fare i salti mortali. Una bella esperienza, però.

RDN: Quali sono gli scrittori o autori da cui prendi spunto?

SOP: Luciano De Crescenzo è sicuramente l'autore più importante, quello che mi ha passato il “virus” della divulgazione. Ma ce ne sono tanti altri. Penso a Carlo Collodi, Emilio Salgari, Andrea Camilleri, Giovanni Guareschi...

RDN: Nel tuo percorso professionale, dopo il master in Giornalismo che hai conseguito, ti sei dedicato a svariate attività, partiamo dal giornale online che hai diretto, parlaci di questa situazione…

SOP: Sì, ho traghettato per un periodo un giornale online. La redazione era affiatata ma non si vive solo d'aria e di gloria. Come nel caso del Peter Pan, abbiamo dovuto affrontare problemi legati ad un budget non adeguato. Le nozze coi fichi secchi. Un peccato perché quel giornale online aveva delle potenzialità.

RDN: Tu sei stato anche autore e conduttore radiofonico per Radiofrequenza, parlaci di questa esperienza ma soprattutto dei programmi che hai realizzato visto che principalmente ti occupavi di musica, spettacolo e tv…

SOP: L'esperienza in radio è quella che ricordo con più affetto. Non è un caso che il mio stile di scrittura, dopo la radio, sia migliorato. Uno stile che si può definire senza problemi “radiofonico”. Tutti i miei libri si potrebbero tranquillamente trasformare in testi radiofonici. RadioFrequenza, la radio dell'università di Teramo, è stata un'ottima palestra. In quel periodo mi sono occupato degli spettacoli a 365 gradi. Cinema, televisione, teatro e, ovviamente, musica. Anche nei programmi leggeri d'intrattenimento che ho realizzato come autore (in compagnia del “mio” regista Marco Di Felice o con gli host Luca Venanzi e Patrick Ciccone) la musica è sempre stata fondamentale. Una “driving force” che ha accompagnato quei momenti lieti e spensierati.

RDN: Per Radio Rai 3 hai curato uno speciale radiofonico dedicato al Rock Progressivo, parlaci di come è nato ma soprattutto del lavoro che c’è dietro per realizzarlo…

SOP: Per prima cosa vorrei dire che quello speciale radiofonico, che si chiama: “L'ultimo guerriero”, è disponibile su YouTube. Ormai sono passati più di 10 anni dalla sua realizzazione. Non solo è stato il mio primo salto nel mainstream ma anche l'inizio di un'avventura che mi ha poi spinto a scrivere quattro libri sul Rock Progressivo.

RDN: Come mai hai scelto proprio il rock progressivo come genere musicale da trattare?

SOP: Il Rock Progressivo è un (meta)genere dove ci vuole dedizione, passione e tanto spirito di abnegazione. Un po' come nel giornalismo e nella scrittura in generale. Nel Prog si parla di bellezza. Il Rock Progressivo riesce a far coesistere assieme suoni e tradizioni tra le più disparate. Creando un insieme che, alla fine, risulta gradevole. Come ci riesce? Grazie al sapiente intervento di musicisti dalla spiccata sensibilità artistica che, alla fine degli anni 1960, sono riusciti a creare qualcosa di innovativo partendo dal passato.

RDN: Dal 2014 è iniziato anche il tuo percorso di autore di libri e sei partito proprio dalla musica che comunque da un certo punto di vista fa parte della tua vita, infatti tra il 2014 e il 2017 hai pubblicato Rock Progressivo: Una Guida, volume 1,2 e 3 raccontaci come è nato questi libri….

SOP: La fantastica avventura come self-publisher. Partito con tanta voglia di fare ho deciso di pubblicare tre e-book sul Prog. Come ci sono riuscito? Studiando. Chiedendo informazioni a persone più esperte di me. Stando attento, soprattutto, a non fare il passo più lungo della gamba. Essere self-publisher ti permette di avere il totale controllo di un prodotto editoriale. Tutto bello, visto da fuori. L'idea di gestire dalla A alla Z tutto il processo è affascinante. Ma il fascino scompare nel momento in cui si deve creare il prodotto. Pensare allo stesso tempo come “autore” e come “editore” è massacrante. C'è sempre qualche aspetto che accontenta una parte a discapito dell'altra. E, dalla mia esperienza, la parte che ci rimette di più è sempre quella dello scrittore. Lo scrittore vorrebbe fare delle cose fantastiche, bellissime. Tutte cose che vengono regolarmente cassate dal “publisher”. Perché, se si vuole fare uscire un prodotto, quello che conta è raggiungere il risultato finale nei modi e nei tempi fissati. Ad ogni modo, far coesistere le due nature, per quanto difficile, è possibile. I libri, alla fine, li ho pubblicati.

RDN: Tra i tanti protagonisti che hai intervistato per realizzare questi volumi quale ti è rimasto più nel cuore o ti ha più colpito?

SOP: Ricordo con piacere le interviste a Christian Burchard degli Embryo, quella ad Alan Wakeman dei Soft Machine, quella a Nick Barrett dei Pendragon e quella a Török Ádám dei Mini. Ma tutti gli artisti che ho intervistato sono stati incredibilmente gentili nei miei confronti. Hanno compreso le difficoltà legate al mio progetto divulgativo e mi hanno dato una mano. Non smetterò mai di ringraziarli per questo.

RDN: Nel 2018 esci con “Manuale Minimo del Rock Progressivo” che raccoglie tutte e tre le opere precedenti ma con qualcosa in più, cosa lo contraddistingue dalle precedenti?

SOP: Il Manuale è il libro che avrei sempre voluto scrivere. Trovato un editore, mi sono potuto concentrare esclusivamente sulla scrittura, rielaborando ed arricchendo quanto precedentemente scritto nei miei tre precedenti libri. Il risultato è un manuale dignitoso, agile. Il libro che può effettivamente aiutare tutte quelle persone che vogliono avvicinarsi al Rock Progressivo. Sono molto legato ai miei primi tre libri, per via della sfida del self-publishing. Ma il quarto rappresenta un felice punto di arrivo. O di partenza, visto che molte persone vorrebbero che tornassi ad occuparmi di divulgazione musicale.

RDN: Lo scorso anno sei uscito con un nuovo libro “Io e Il Signor OZ” che si discosta dai tuoi libri precedenti perché passi dalla musica alla narrativa, parlaci di esso che comunque ha come fonte di ispirazione il libro originario scritto da Frank L. Baum… 

SOP: Dopo 10 anni di Rock Progressivo ho sentito la necessità di fare qualcosa di diverso. Sicché ho preso in mano la penna (il computer) e mi sono messo a favoleggiare. Partendo da una domanda: “cosa succederebbe se un adulto arrivasse nel mondo di Oz?” Dorothy, la protagonista del famoso libro di Baum, è una bambina. Perciò vede tutte le meraviglie del regno di Oz con gli occhi di una bambina. La percezione del regno di Oz cambierebbe se il protagonista fosse un adulto? Se sì, in che modo? Partendo da qui, ho costruito la mia storia. Che, ad un certo punto, cessa di essere solo un omaggio a Baum per diventare un'opera autonoma, vincolata solo in parte alla mitologia di Oz.

RDN: Se dovessi usare tre aggettivi per descrivere il libro quali useresti?

SOP: Divertente, spensierato, tranquillo.

RDN: Per chi volesse acquistare i tuoi libri dove possono trovarli?

SOP: I miei libri sono disponibili su Amazon e sulle altre principali piattaforme di vendita online.

RDN: Benissimo Stefano! Grazie ancora per la tua gentilissima disponibilità è stato un vero piacere parlare con te.

SOP: Io ti ringrazio di cuore, per l’invito! A presto!

Come avete potuto vedere in l’Italia c’è ancora gente che è piena di passione e voglia di fare per trasmettere qualcosa cercando di regalare un’emozione e magari anche di trasmetterle ad altre persone, perché in fondo il bello della vita e dare e ricevere anche in modo inconsapevole permettendo a noi stessi di arricchirci nell’anima.

Con questo vi saluto e alla prossima!

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima! 

RECENSIONE DEL LIBRO "IO E IL SIGNOR OZ" DI STEFANO ORLANDO PURACCHIO

Come di consueto quando intervisto uno scrittore, considerato anche che amo leggere, mi delizio sempre con la lettura del libro che promuovono per poi esprimere il mio parere su di esso, questo è il turno di Stefano Orlando Puracchio.

Il libro in questione si intitola: “Io e il Signor OZ”.

Il libro coincide con il centenario della scomparsa di Frank Baum, ovvero, il celebre scrittore del grande classico “Il Mago di OZ” e gli ottant’anni della scomparsa del celebre regista Victor Fleming che ne realizzò il film.

Il libro è chiaramente ispirato ad esso, tanto è vero che l’ambientazione è la stessa, ma ricreato in chiave moderna.  In esso vi subentrano nuovi personaggi che incrociano le loro vite con quelli del Regno di Oz ma a differenza del libro originale, dove la protagonista Dorothy era una bambina, il regno viene invaso da degli adulti che hanno percezione e modo differente di osservare il tutto rispetto ai bambini.

Se i bambini lo guardano con meraviglia e innocenza, gli adulti si trovano a guardarlo e a viverlo con occhi increduli e diffidenti ma tutto questo cambierà le loro vite nel mondo da cui provengono venendosi così a creare una nuova storia tutta da scoprire fino all’ultima pagina lasciando anche al lettore una piccola lezione di vita da imparare e mettere in pratica.

Personalmente non è un genere che sono abituata a leggere per semplice passatempo, per essere più corretta è un genere di libro che trovo più indicato ai ragazzi ma il bello di leggere è proprio questo, scoprire qualcosa di diverso senza mai cadere nello scontato o nel banale.

L’ho trovato molto scorrevole e piacevole nella lettura, in quanto viene utilizzato un linguaggio semplice, diretto e una descrizione delle situazioni e dei luoghi dettagliati al punto giusto. Questo ultimo particolare lo apprezzato moltissimo per due motivi. Il primo perché ti permette con poche parole di viaggiare con la fantasia e provare ad immaginare i posti descritti come se fossi li presente materialmente e il secondo perché ho sempre pensato che come dice il detto “il troppo stroppia” e l’esagerazione in fase descrittiva rischia di annoiare il lettore.

Ammetto che è stata un’autentica sorpresa perché mai mi sarei immaginata di farmi prendere in questo modo da un libro di narrazione soprattutto da un libro ispirato ad una storia che almeno una volta tutti noi da bambini abbiamo letto.

Consiglio questa lettura a tutti quelli che sono semplicemente appassionati di libri e  a tutti quelli sono genitori perché sono sicura che se lo leggerete ai vostri figli lo ne resteranno a bocca aperta e impareranno che sognare ad occhi aperti non è da folli ma un modo come un altro di vivere la vita.

Inoltre vi ricordo che chi fosse interessato ad acquistare il libro che potete trovarlo a questi link:

Auguro a tutti voi buona lettura!