SETTEMBRE 2020 INTERVISTA A " MIKE 3rd " A CURA DI ROSALINDA DI NOIA

Ben ritrovati amici di Almax, da Rosalinda Di Noia!

Questa volta, per l’angolo delle interviste, vi propongo un’artista dalle mille risorse, ovvero, qualcuno che non si limita solo alla creazione di musica ma che si occupa anche di produrla.

Con molto piacere, vi vado a presentare Mike 3rd.

Ma andiamo ad approfondire meglio il discorso con questa chiacchierata che ho avuto modo di fare con lui.

RDN: Ciao Mike, benvenuto e grazie per la tua gentilissima disponibilità!

M3: Ciao Rosy e grazie a te!

RDN: Come nasce la passione per la musica?

M3: La passione per la musica in veste di ascoltatore è nata negli anni '80 quando, affascinato da quanto avevano i miei cugini chiesi a mio papà di comprarmi un impianto hi-fi in sostituzione del piccolo giradischi di casa. Iniziai così a comprare i dischi con le "mance" settimanali, ad ascoltare la musica, ad apprezzare generalmente la musica pop dei vari Madonna, Level 42, Duran Duran, Michael Jackson... Di lì a poco mio cugino Roberto mi fece ascoltare in casetta The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd e poi i dischi dei Led Zeppelin, Kiss … Fu "l'accensione della fiammella", l'inizio di un viaggio alla scoperta della musica che continua tutt'ora. È con l'album "Wish You Were Here" dei Pink Floyd che nasce il desiderio di suonare la chitarra, quelle note mi hanno stregato. Sarò sempre grato a David Gilmour, Roger Waters, Rick Wright e Nick Mason.

RDN: Quali sono gli artisti che maggiormente sono fonte di ispirazione per te?

M3: Non so se si possa parlare propriamente di "fonte di ispirazione", l'ispirazione viene da un percorso emotivo interiore. Vero è che, una volta aperta "la porta", la musica continua a fluire ispirata, nel mio caso chi ha aperto la porta sono stati i Pink Floyd. Tornando alla domanda direi piuttosto gli "artisti che mi hanno influenzato" ed in questo caso la serie è lunga e varia a seconda del periodo storico. Per fare un riassunto molto, molto conciso, tra chitarristi, compositori e cantanti (dal momento che sono anche cantante) menzionerei Syd Barrett, David Gilmour, Jimmy Page, Robert Plant, Franco Battiato, Eric Clapton, Pat Metheny, Jim Morrison, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Franco Corelli, Renato Bruson, Leo Nucci, Antonella Ruggero, P. Tchaikovsky, L.V. Beethoven, J. S. Bach ...

Mike 3rd

RDN: Tu sei uno di quelli che il suo modo di essere musicista lo ha interpreto come un autentico viaggio sempre alla scoperta di qualcosa di nuovo, come selezioni le tue esperienze lavorative e quanto nasce da dentro di te?

M3: Per certi versi penso che siano le esperienze lavorative a scegliere me, una sorta di Karma. Generalmente lavoro con artisti entusiasti, ho poca affinità con gli eterni indecisi. Sono "vecchio stampo", (se vogliamo usare questa espressione), quando compongo, arrangio canzoni, suono con altri artisti o produco dischi lo faccio nel preciso contesto storico, la musica che ne esce è l'immagine di quel momento. Trovo dannoso, quanto inutile, tornare su lavori fatti in passato. Una cosa che amo invece è suonare dal vivo musica composta in passato, in questo caso secondo me si apprezza l'evoluzione del musicista. Sono sempre proteso alla crescita, allo studio, alla creazione di musica e modi di esprimermi nuovi, il passato è passato ed è giusto che stia lì, in pace, testimone della mia evoluzione.

RDN: Nel 1996 fondi la band Hypnoise parlaci di questo progetto…

M3: Gli Hypnoise sono stati il primo amore, erano espressione delle mie inquietudini di ventenne teso tra il Regno Unito, gli Stati Uniti e l'Italia. Con loro portavo in sala prove le mie visioni ed assieme a Frez e Sanse le rendevamo art rock, se così vogliamo definirlo. Erano anni leggeri, si suonava molto dal vivo, c'erano tanti club e bei palchi. Con gli Hypnoise ci siamo tolti delle belle soddisfazioni, abbiamo dato alla luce due dischi in studio, OPIUM e St. VALENTINE'S PORNO BAR oltre ad aver suonato a vari festival tra cui il Rock Uljanik a Pola. Proprio mentre suonavo con gli Hypnoise sono venuto a conoscere splendide persone, oltre che magnifici musicisti come Pat Mastelotto e Tony Levin. Come inizio di carriera, ripensandoci, devo ammettere che è stato un bell'inizio.

Mike 3rd Rhodes

RDN: Grazie a questo progetto inizi una collaborazione che dura ancora oggi con il produttore americano Ronan Chris Murphy come è nata e soprattutto cosa hai imparato da lui?

M3: Ronan è un fratello più grande, ci siamo conosciuti proprio in occasione della realizzazione di OPIUM. Credevo in internet e l'ho contattato proprio grazie a questo mezzo con modem 33.6 kbps inviando per posta il famoso CD "demo". Direi preistoria informatica. Da quel momento continuiamo a lavorare assieme in uno scambio continuo di informazioni. Cosa ho imparato da Ronan, bella domanda, un'enormità sia sul piano tecnico che umano, è impossibile elencare tutto senza rendere questa intervista una mia biografia.

RDN: Nel 2008 decidi di iniziare una carriera parallela come produttore da cosa è maturata questa scelta e soprattutto come scegli gli artisti con cui collaborare e produrre?

M3: Negli anni mi sono sempre più appassionato di alta fedeltà e l'amico Lorenzo Breda, (già docente di Economia e Commercio), mi ha introdotto al suo vero amore, la riproduzione della musica, l'audiofilia, gli apparecchi dell'epoca d'oro. Se da un lato mi rifornivo di vinili, impianti a valvole, giradischi, diffusori acustici, (tanto che ora ho un impianto hi-fi per stanza), dall'altro nutrivo la passione per la registrazione e decidevo di fare il grande passo, creare uno studio di registrazione che fosse la rappresentazione della mia filosofia e potesse dare vita a dischi paragonabili ai grandi classici del passato. Tutte cose che non si possono fare con un computer! Contestualmente, grazie al mio art director Michele Gervasuti conoscevo Jane Geerts, la business manager di Brian Eno che però, purtroppo, alcuni anni orsono è venuta a mancare. Proprio lei, durante la nostra frequentazione tra l'Italia ed il Regno Unito, mi ha spinto ad intraprendere la carriera di produttore artistico. Così, l'amore per la musica, l'audiofilia, lo studio di registrazione, le nozioni acquisite con Ronan e poi con altri corsi oltre alla sperimentazione sul campo hanno trovato un unico canale di sfogo: essere Record Producer. Gli artisti mi trovano per la mia visione, generalmente non sono io a cercare loro anche se ho una lista di quelli con i quali amerei collaborare. Ma deve esserci ispirazione e karma anche in questo.

Quarantini vol.I

RDN: Tra il 2009 e il 2010 realizzi dei lavori con esponenti di una certa caratura come Alberto Stocco e Cheryl Porter parlaci di questi lavori e soprattutto se negli anni successivi avete ancora collaborato insieme…

M3: Cheryl è stata la mia prima maestra di canto, con lei mi sento di quando in quando e si, abbiamo avuto modo di collaborare con estremo piacere su musiche che avevo scritto nel corso degli anni. Suoi sono gli interventi Gospel in "St. Valentine's Porno Bar" e la splendida interpretazione in "A little poem for the sea". Alberto Stocco è un talentuoso batterista che ho scoperto nei primi anni del mio lavoro di produttore. Con il tempo è maturato immensamente, ora studia con Giovanni Giorgi e con lui sta raggiungendo livelli sublimi. Con me ha suonato in molte occasioni, anche tra giganti come Pat Mastelotto e Benny Greb. Sono felice di averlo oggi nel mio trio con al basso un altro "pilastro portante" come Nick Muneratti.

RDN: Nel 2015 pubblichi un disco molto ambizioso dal titolo “The War Is Not Over” contro la guerra e dedicato alle vittime di essa, parlaci di questo album e delle collaborazioni in esso contenute…

M3: "The War Is Not Over" arriva alla luce a soli sette mesi dal precedente "In the Woods". Un impegno enorme, sia per le tematiche affrontate nei testi che per la sua realizzazione strumentale. Quando ho realizzato che l'anniversario dei 100 anni dall'ingresso dell'Italia nella I° guerra mondiale era vicino mi sono ricordato di alcune canzoni che avevo scritto e lasciato nel cassetto proprio in attesa di dare alla luce questo disco. Non essendo però sufficienti ho integrato con nuove composizioni ed il recupero di brani che avevo scritto in differenti contesti. Curioso è il fatto che, analizzate assieme alle altre, queste più nuove trovassero naturalmente posto e ragion d'essere in "The War Is Not Over". Così ho iniziato a fare qualche telefonata ad amici musicisti che hanno accettato di buon grado di far parte di questo impegnato viaggio musicale che si articola concettualmente nella marcia di un soldato sulle alpi. Questi, durante i momenti di riposo, si trova ad osservare dei quadri sonori che sono poi le canzoni contenute nel disco. I quadri sonori non affrontano unicamente la tematica della guerra nuda e cruda ma, anche quella della guerra dell'odierno vivere in questa società capitalista e neo liberista che spinge l'uomo ad un eterno conflitto, a vivere ad un basso livello energetico. La marcia del soldato è rappresentata dalla stessa melodia che è stata arrangiata in generi musicali differenti. Questo perché la guerra, tristemente, non ha confini ed affligge tutti i popoli della terra. Così, mi sono chiuso in studio a registrare e produrre il disco, adorando i bassi di Tony Levin, le batterie di Pat Mastelotto e dei meravigliosi Benny Greb, Iarin Munari ed Alberto Stocco che sono riusciti ad essere in studio con me per registrare le loro parti. C'è da menzionare anche la mia attuale insegnante di canto, la Soprano Roberta Canzian che ha dato a "The War Is Not Over", come al precedente "In the Woods", delle vibrazioni irripetibili.

Mike 3rd Piano

RDN: So che quest’anno saresti dovuto uscire con un nuovo album ma che a causa del lockdown è rimasto bloccato, quando pensi che uscirà visto che lentamente stiamo tornando alla normalità e poi accennarci qualcosa in merito?

M3: "La Vie" questo il titolo del nuovo disco "arriva" in seguito ad un periodo di studio che ovviamente non è ancora concluso e probabilmente non si concluderà mai. Dopo i precedenti lavori solisti, le varie produzioni in studio sulla musica di altri musicisti, ho voluto prendermi tempo per pensare ed anche meditare su cosa la vita mi ha portato o fatto mancare. Eventi magici e meravigliosi come la nascita dei miei figli Gaia e Pietro e tristi come la perdita di mia zia, la pittrice Concetta Prosdocimi. In questo "La Vie" il canto si evolverà con elementi e tecniche proprie del "Bel Canto", parliamo dunque di lirica che studio da oramai 5 anni, oltre ad un approccio chitarristico e musicale più complesso. Non vi saranno "canzoni" bensì una unica composizione suddivisa in tre movimenti a completamento di questo primo volume. Per ora posso anticipare questo, devo infatti ancora terminare la scrittura ed altri non meno importanti aspetti concettuali legati alla promozione. L'uscita dovrebbe avvenire nel 2021 ma perché avvenga devo poter agire libero da limitazioni, per realizzarlo come desidero e di conseguenza promuoverlo al meglio. La vita di noi musicisti indipendenti è estremamente complicata ed il fallimento è molto facile. Di certo il disco suonerà grandioso dal momento che pochi mesi fa ho fatto un aggiornamento ai registratori a nastro dello studio portandoli di fatto nel "mondo dei sogni del digitale"!

RDN: La quarantena ha comunque stimolato la tua creatività e ti ha portato a realizzare un nuovo EP “Quarantini Vol. 1” che ti ha portato ad una nuova sfida, infatti, nel disco tu suoni tutti gli strumenti… Come è nata questa idea?

M3: Vedevo condivisioni di video di colleghi che si mettevano virtualmente assieme dalla loro camera o studio a suonare, (principalmente cover), e a mio giudizio quei video erano tristi. Se infatti ad una prima impressione potevano suscitare qualcosa di positivo a me comunicavano l'assenza, la mancanza della vera condivisione tra persone che la musica è. Mancava la gioia di trovarsi assieme in sala, di sperimentare, di vibrare, di gioire della condivisione umana. Così ho deciso, per provocazione, di chiudermi in studio in solitudine per fare musica nuova. Solitudine nella solitudine di noi confinati in casa senza la gioia del vero sorriso di un amico. Una solitudine che non può essere colmata da nessuna conferenza o maledetta piattaforma digitale. Così mi sono sfidato a suonare tutti gli strumenti o meglio, a cercare di non fare troppi danni suonandoli! Ed è stata una faticaccia dal momento che non ho usato, volutamente, i normali mezzi tecnologici propri delle piatte produzioni pop odierne.

Mike 3rd Bass

RDN: Tra l’altro cosa curiosa è disponibile solo su BandCamp come mai questa scelta esclusiva lasciando fuori piattaforme importanti come Spotify e Itunes?

M3: Perché osteggio, come diversi colleghi, i giganti della Silicon Valley che si arricchiscono sul lavoro degli artisti in modo vergognoso, con l'appoggio e complicità degli ascoltatori disattenti che sono stati istruiti a non dare valore all'opera dell'intelletto e dell'ingegno. BandCamp è una piattaforma che tratta l'artista in modo assolutamente rispettoso ed onesto, sono bravi, a loro va il mio rispetto e ringraziamento. A chi mi dice che, (per esempio), con Spotify può scoprire musica nuova rispondo semplicemente che può collegarsi gratis a BandCamp, ascoltare tantissima musica nuova e poi, se questa gli piace, decidere di supportare l'artista in modo appropriato. Basta ipocrisia.

RDN: Se dovessi descrivere l’album con 3 parole quali usereste?

M3: Questa è difficile!!! L'ho fatto, suonato, prodotto, registrato e mixato io!!! Non posso essere obiettivo. Potrei dire intrepido, piacevole, a tratti adorabile. Sarei però curioso sui vostri 3 aggettivi ;-)

RDN: Domanda che facciamo praticamente a tutti gli artisti, come vedi il panorama musicale attuale?

M3: Domanda di riserva? Indipendentemente dal mio lavoro, c'è grande musica disponibile e ci sono grandi artisti da scoprire. I mezzi di diffusione più influenti sono però in mano a potentati che non investono in musica di caratura ed artisti di spessore, a meno che questi non siano già consolidati e garantiscano vendite e pubblico ai concerti. Di conseguenza, la musica che potete paragonare ai grandi del passato, oggi dovete cercarla con dedizione dal momento che non sempre appare nella confusione della rete e nei suoi assurdi algoritmi. Aggiungete il fatto che i posti per suonare sono sempre meno, hanno sempre meno disponibilità monetaria a fronte di una miriade di gruppi, band, solisti ed agenzie (o pseudo tali) che tendono a monopolizzare la scena. Può migliorare, certo che può! Basterebbe poco anche a livello governativo, ma non c'è la volontà di farlo, mi sembra chiaro. La musica vera fa pensare, fa crescere la capacità critica, è pericolosa per il sistema e per il potere in quanto risveglia le menti. È così da secoli e nulla è cambiato.

Mike 3rd Guitar 2

RDN: In base alla tua esperienza, cosa ne pensi dei ragazzi, che si approcciano alla musica? Potresti dare loro qualche consiglio utile per aiutarli a “sopravvivere” nell’ambiente?

M3: Che debbano siano appoggiati, incoraggiati, spronati a dare il meglio. Da anni ho fondato una scuola nella quale insegno chitarra e nella quale con altri insegnanti formiamo musicisti per suonare i più comuni strumenti presenti nella musica degli ultimi 60 anni. Il nostro sforzo è concentrato, oltre all'insegnamento dello strumento, a tutto quello che ruota attorno allo stesso. Purtroppo, rispetto ad anni fa, molti dei ragazzi di oggi arrivano ad approcciarsi ad uno strumento senza avere un'idea, senza ascoltare altri esponenti di quello che a loro piace, senza curiosità e voglia di ricercare. I giovani ascoltano la musica come sottofondo, mentre fanno altre attività e si avvicinano allo strumento con questa mentalità ed approccio il che però non può che presagire cose negative. V'è una ignoranza a tratti sconvolgente, e lo dico con estrema tristezza senza offendere nessuno. Appare chiaro che la musica liquida, la musica dell'industria usa e getta sta generando danni enormi! E tutti noi, dai professionisti della musica ai genitori dobbiamo fermare il degrado! Per questo oltre ad essere artisti, dobbiamo essere psicologi e dare quello che anni orsono veniva ancor prima dello strumento, il piacere per l'ascolto come base di partenza.

RDN: Grazie Mike, per la tua disponibilità e ti aspettiamo quando avrai nuove cose da proporci.

M3: Grazie a te per la chiacchierata e sicuramente torneremo a trovarti appena ci sarà occasione!

Bene come avete potuto notare non c’è forza più trainante della passione e credere nelle proprie idee restando sempre coerenti con sé stessi.

Non mi resta che invitarvi ad andare a visitare i suoi canali social ovvero:

Per concludere, cogliete al volo l’occasione di ascoltare qualcosa di diverso da quello che conoscete o amate, perché non c’è niente di più stimolante che di scoprire mondi nuovi.

Con questo vi saluto e alla prossima!

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima!