GIUGNO 2020 "CLASSE 1941" RUBRICA A CURA DI ENRICO BERUSCHI

ENRICO BERUSCHI classe 1941: “QUANDO HO SENTITO IL RICHIAMO DELL’ARTE”.

Ciao Alessia, sono contento di poterti raccontare come sia diventato il cabarettista che tu conosci e che tutti conoscete. Devi sapere ogni cosa è nata per caso o forse non proprio per caso, perché pensa, proprio la prima volta che sono uscito con la mia prima morosa, che poi è diventata mia moglie: “Adelaide”, siamo andati al “Derby Club di Milano” dove solitamente si esibivano Cochi e Renato.

NB: “Il Derby Club è stato tra i più celebri locali notturni milanesi attivi tra gli anni 1960 e 1970. È diventato noto soprattutto per i numerosi artisti esordienti che ne hanno calcato la scena, poi divenuti popolari personaggi nel mondo della musica, dello spettacolo e del cinema italiano”.

Ad Adelaide sembrava strano che io le parlassi di Cochi e Renato come miei compagni di scuola quindi la portai al “Derby Club di Milano” dove c’erano loro che si esibivano. Quello che in particolar modo ricordiamo io e lei di quella sera, è quanto sia stato strano il destino. Al nostro primo incontro avevo già trovato la donna che sarebbe divenuta mia moglie e scelto quello che sarebbe stato il mio vero lavoro. Ricordo che rimasi vittima del palcoscenico iniziando a pensare: «Chissà cosa non darei per avere il coraggio di andare su quelle tavole», sulle tavole di quel piccolo palcoscenico che però ha creato e cambiato molte cose nell’ambito dello spettacolo. Il cabaret è sicuramente nato al “Derby Club di Milano”.

Al tempo ero un giovane ragioniere destinato ad una carriera di vice direttore commerciale alla “Galbusera Biscotti”. Ricordo che trascorse diverso tempo da quel giorno e poi la solita storia sull’intuizione di “Walter Valdi” (chansonnier milanese scomparso nel 2003) che mi spinse a tentare la carriera di cabarettista. Ai miei tempi non fu facile iniziare a dividermi fra scrivania giornaliera e gavetta artistica serale. Adesso è tutto più facile, sono tutti lì, alla ricerca di una scorciatoia per buttarsi nello spettacolo e addirittura ho sentito di gente che fa corsi di cabaret, queste cose mi fanno un po’ ridere però va bene tutto. Anche io ho provato a dare, non delle lezioni, perché io non avendo scuola rifiuto di fare delle lezioni, ma dei consigli anche se sono ormai una vecchia pantegana. L’altro giorno sono andato alla presentazione di un disco di “Vito Molinari” e lì è stato bellissimo perché ho ritrovato il mio primo regista più in forma che mai.

NB: Vito Molinari i è conosciuto anche come scrittore. Ha scritto: 

• La vita è una barzelletta”, per Enrico Beruschi;
• un testo sul cinema muto: Il teatro del silenzio per il Piccolo Teatro di Catania;
• uno sulla vita di Totò Centodieci e lode, con Angela Luce, (per il Teatro Totò di Napoli,2007);
• la commedia “Meneghino e Moncalvo contro i tiranni”..
Per Gremese editore è stato pubblicato Le mie grandi soubrettes, in uscita I miei grandi comici, ll baule di Totò; per Gammarò editoreè stato pubblicato La Rita Smeralda (racconti) e in uscita Il libro su Carosello.

Vito Molinari che ha 12 anni più di me, quindi 89 anni, ha detto una cosa che avevo già sentito dire ma che lui ha voluto nuovamente riportare e cioè che “L’umanità si divide in donne, uomini e comici”. Comici si nasce, non si diventa.

ENRICO BERUSCHI