MAGGIO 2021 INTERVISTA A SIMONE FORNASARI A CURA DI ELISA PELLEGRINO

Ciao Simone e benvenuto su Almax Magazine.

Venerdì 9 aprile su tutte le piattaforme digitali è uscito Che poi, il tuo nuovo Ep e sempre lo stesso giorno in rotazione radiofonica troviamo anche il nuovo singolo, Con i piedi per terra: potresti spiegare ai nostri lettori cosa rappresenta per te questo nuovo lavoro e perché la scelta del titolo dell’Ep. Sembra quasi tu voglia tirare una specie di “riga” alla tua vita, come se volessi dire agli altri “che poi alla fine le scelte che hai fatto son quelle giuste”. È come se tu raccontassi le varie possibilità che la vita offre ma che alla fine le scelte fatte dal singolo sono ovviamente “personali” e solo il soggetto in questione sa il perché di quella scelta.

“Ho scelto “Che poi” sia per fissare un punto sia per dare continuità: è giusto e doveroso tirare le somme ma è altrettanto doveroso abbracciare al meglio quello che dovremo ancora vivere.”

Ecco forse il tema principale di questo lavoro è “la scelta”: nel singolo dici “…quante volte…ho voluto…quante volte…avrei potuto…” ecco che qui troviamo la parte “razionale” dell’uomo, contro la parte “sognante” e spesso “vince” quella che fa delle scelte ponderate senza “volare” con la testa e i sentimenti…che “sceglie” per il suo bene anche scegliendo di “non rincorrere e cercare l’altro”.

"Credo che saper scegliere sia un atto di responsabilità al quale siamo chiamati a rispondere ogni giorno come credo che saper affrontare una scelta, all’interno di un mondo fortemente influenzato dai giudizi, sia una delle cose più difficili da gestire.”

La copertina del disco è una tua foto in banco e nero strappata e, sotto troviamo una pennellata di rosso e di rosa… in Senza Riflettere dici “io arrivo dal bianco e nero adesso il mondo è a colori…” senti molto dentro di te questo “dualismo”? Potremmo anche qui dire che c’è la parte razionale contro la parte emotiva.

“Credo che tu abbia perfettamente centrato il concetto…e ti ringrazio perché questa tua disamina mi fa sentire meno solo (ogni volta che mi sento compreso è come se fossi parte di un abbraccio). Convivo in un precario equilibrio con l’altra mia metà: è una lotta costante.”

foto SIMONE FORNASARI 02

La canzone Fuori termina con questa frase: “…e intanto c’è chi continua a cercare quella che chiama la felicità e, non si accorge che cercherà ovunque, senza vedere che è poco più in là”. Ecco che l’uomo continua a rincorrere un sogno, una felicità utopistica, rischiando di perdere quella che alla fine è la “vera” felicità, fatta magari di piccole cose ma correndo dietro a “questa utopia” si perde… Aristotele credeva che la felicità fosse un fine da raggiungere, per lui è il fine a cui ci fanno arrivare tutte le azioni virtuose. 

“Troppo spesso ci occupiamo di quello che succede “fuori da noi” e non spendiamo il giusto tempo per noi stessi. È comunque più comodo esprimere un giudizio su qualcosa che non ci coinvolge direttamente che farsi carico di una decisione che riguarda noi stessi. La felicità ha un prezzo caro perché, per ottenerla, dobbiamo essere disposti ad un costante confronto con noi stessi.”

Copertina Che Poi Simone Fornasari

Nell’ultima traccia dell’Ep, Unico Senso, canti “perché il fantasma delle cose fa più paura delle cose stesse”, ecco allora ancora una volta le scelte che ritornano, scelte dettate alcune volte anche dal timore di lasciare una strada che conosci già e di conseguenza sicura, per l’ignoto che spaventa… In Da che parte stare dici “confondo la paura col coraggio di cambiare, soltanto per avere scelto da che parte stare; ma non ci credere, ma non ci credere che non fa parte anche di te…”: potremmo affermare che in questo tuo lavoro affronti “la paura di scegliere trovandoti ad un bivio” ma al tempo stesso infondi “coraggio ad affrontare quella scelta”? L’uomo ha sì paura ma ha i mezzi per affrontare “i suoi fantasmi”.

“Anche in questo caso hai perfettamente fatto centro. Sia chiaro, queste canzoni nascono dal sottoscritto perché io, in primis, credo di conoscere molto bene la materia…e non lo dico con presunzione di chi vuole insegnare qualcosa anzi, tutt’altro. Troppo spesso ho scelto la strada più comoda e questo mio ultimo progetto musicale è frutto di un grande lavoro introspettivo. Non a caso mi sono fermato per qualche anno nella mia attività musicale: dovevo prima cercare di risolvere i miei lamenti per essere davvero sincero nelle mie canzoni. È così: la maggior parte delle volte abbiamo tutti gli strumenti per affrontare una scelta utile a condurci in uno stato di pace con noi stessi…sta a noi decidere di metterla in atto.”

foto SIMONE FORNASARI 01

Quando è nato il tuo “amore” per la musica?

“Se ti dicessi da sempre risulterei banale ma da che mi ricordo di ricordare (scusa il gioco di parole) la musica ha sempre avuto un ruolo centrale e terapeutico nella mia vita.

La tua scrittura nasce dall’esigenza di “raccontarti”? Sei una di quelle persone che non esterna i propri sentimenti e quindi mette in musica le proprie emozioni quasi fosse una sorta di psicoanalisi?

Non è che non le esterno, la verità è che conosco solo questo strumento per comunicarle. Attraverso la musica riesco ad essere me stesso senza alcuna inibizione raccontando ciò che non riuscirei a dire nemmeno all’amico più caro. La musica è una via di fuga, un rifugio e una consolazione.”

foto SIMONE FORNASARI 6

Io ti ringrazio a nome mio e a nome della redazione di Almax.

“Sono io che ti ringrazio. Non mi sono mai sentito così capito come in questa chiacchierata. Grazie…e di cuore.”

CREDITS:

 Ufficio Stampa: safe&SOUND - Promotion