GIUGNO 2020 INTERVISTA A " NAPODANO " A CURA DI ELISA PELLEGRINO

Ciao Amici di Almax, questo mese sono felice di portarvi in intervista: NAPODANO uscito con il nuovo singolo "MALEDETTI ANNI 80".

NAPODANO: Musicista cantautore italiano residente in Belgio, metà artista e metà ratto, Napodano è nato e cresciuto in un contesto fortemente musicale, muovendo già in tenera età i suoi primi passi sul pianoforte. Dopo anni di incessanti incursioni attraverso mondi e generi musicali, di viaggi ed esperienze, il suo cammino è stato illuminato dall’adozione di una coppia di ratti. Amandone profondamente l’indole e il comportamento, entra in simbiosi con i roditori trovando l’ispirazione per realizzare il singolo che porta il nome del suo EP, “Storia di un Ratto. Dopo l’interessante successo radio e stampa del secondo singolo “Lucciole” dall’album Sarà la libertà (Street Label Records), Napodano rinfresca il suo sound avvicinandolo alla nuova scuola indie pop. 

IL VIDEOSALUTO DI NAPODANO PER ALMAX MAGAZINE clicca e guarda il videosaluto!

È DISPONIBILE IN DIGITALE E IN RADIO “MALEDETTI ANNI 80” IL NUOVO SINGOLO DI NAPODANO 

il nuovo singolo del cantautore,  distribuito da Believe Digital. 

È uscito in digital download, sulle piattaforme streaming e in rotazione radiofonica “MALEDETTI ANNI 80” (Street Label Records/Believe Digital), il nuovo singolo del cantautore NAPODANO.

NAPODANO "MALEDETTI ANNI 80"  clicca e ascolta il brano!

Esiste un momento speciale dove la nostalgia cammina insieme alla felicità; è il momento in cui è facile ripensare a delle bellissime cose vissute e mentre le racconti puoi renderti conto che sei ancora più felice nel presente. Sorridi e pensi che sei fortunato a vivere entrambi quei momenti nello stesso tempo.

Napodano ci regala un brano dove nostalgia e ricordi rianimano personaggi e luoghi degli eighties. Un percorso che porta il protagonista ad esplorare con delicata malinconia la sua vita prima da figlio e ora da padre. Chi di noi è veramente uscito indenne dagli anni ‘80?

Ciao Daniele e benvenuto su Almax Magazine. 

Ho letto le informazioni su di te, subito mi è saltato all’occhio l’associazione con i ratti (un tuo Ep si intitola “STORIA DI UN RATTO”) ... sulla tua spiegazione vi è scritto “Musicista, cantautore italiano residente in Belgio, metà artista e metà ratto”; devo confessarti che i topi non mi stanno molto simpatici, diciamo che per alcune tipologie di roditori ho anche il “timore”... Potresti spiegare (anche se credo che ti abbiano già fatto questa domanda tante volte!) il perché di questa “scelta” di “animali domestici”?

“Come capita spesso per tanti altri animali domestici, la scelta cade più sulla propria indole e sull’affinità che si può avere verso il tipo di animale preso in esame. I ratti hanno un enorme rispetto per la colonia e per i propri simili, sono orgogliosi e non indietreggiano mai, sono molto intelligenti e cercano di fare il meglio per la propria famiglia. A parte il fatto dell’intelligenza, per il resto siamo molto simili!”

Sul tuo sito si legge “è tutto vero, come per tante altre persone, mi sono trovato nella musica che sapevo a malapena parlare. Di base sono pianista e ho suonato davvero dappertutto. La musica è così, una volta che ci sei dentro, ci sei per davvero”, capisco perfettamente queste “parole”, io ho iniziato che non sapevo nemmeno camminare, mia nonna mi faceva sedere al suo piano e mi faceva “giocare” con quei tasti bianchi e neri aprendomi “un mondo” tutto mio, trasportandomi altrove. Mi piace definire il piano il “mio amico più fedele”, una volta che la Musica ti colpisce ti tatua il suo “marchio”... Per te essa è più una “via di fuga” o più “un mezzo per esprimerti”?

“Io non ricordo la mia vita prima della musica, per me c’è sempre stata, fin dai primi mesi di vita. Branchi di musicisti scorrazzavano per casa mia, stagioni intere a seguire mio padre che andava in giro a suonare con il suo gruppo, si girava di locale in locale ed ero circondato da strumenti musicali. Praticamente il pianoforte era come una forchetta: sta là, so a cosa serve, mi piace usarlo, mi da soddisfazione perché porta risultati soddisfacenti, ecco il mio rapporto con la musica. Per me c’è, c’è sempre stata, è il mio modo di ragionare e di parlare, io sono musica, a volte un po’ triviale ma sempre musica. “

Sei uscito con il singolo “MALEDETTI ANNI 80” (Street Label Records/Believe Digital) e la canzone inizia citando due cartoni che anch’io vedevo da piccola, Lamù e Goldrake, ma li citi per raccontare a qualcuno (tuo figlio) la tua giovinezza, quasi a raccontargli un mondo “utopistico” dove il passato aveva colori differenti e, alla fine ti rendi conto che la “realtà” supera il “ricordo” fantastico, quasi a voler insegnargli che “l’oggi è migliore proprio perché reale” e che la felicità di allora non è nulla in confronto alla felicità di esser padre: è corretto?

“Li cito perché prima o poi glieli farò guardare alla tv, così almeno familiarizza con i nomi! Gli anni ’80 sono stati pieni di gioia e spensieratezza ma sono passati e non torneranno. Siamo noi a dover capire da dove veniva quella gioia e riprodurla per chi amiamo”.

Questo singolo potrebbe anche esser "letto" come una sorta di autoanalisi tra "l'età infantile e l'età adulta"?

“Sì, forse sì, ma io lo vedo molto come un racconto che in un momento particolare mi si è stampato in testa; a casa dei miei, in Italia, con mio figlio per la prima volta nella mia terra natia e, io che guardavo le mie foto nella mia vecchia cameretta. Pensavo a quante cose avrei voluto raccontare e racconterò a mio figlio…"

Napodano 01

Come vivi da italiano all’estero?

“Cerco di non vivere come italiano all’estero ma di mimetizzarmi tra la fauna locale! A casa cucino italiano, anzi, romanesco pesante, ma per il resto mi trovo benissimo qui e credo di essere ben integrato.”

In Belgio la scena Indie-pop è più forte che in Italia?

“Il Belgio è piccolo e la musica in generale suona forte. Ovviamente date le dimensioni e il numero di abitanti, con un bel progetto è molto più facile arrivare a qualche buon risultato, quindi i musicisti lavorano bene e si crea una sana competitività.” 

Quanto sta incidendo la situazione “Coronavirus” sull’ambiente musicale? Quando si pensa alla musica si pensa principalmente all’artista e alle sue canzoni dimenticando che dietro c’è una “macchina” che ha tanti “ingranaggi” che girano per far sì che la macchina possa girare al meglio!

“Qui tantissimo e penso altrettanto in Italia, ma fortunatamente credo sia soltanto una battuta d’arresto in un momento di grande fermento. Ci sono delle realtà in Italia così belle che non si spegneranno così facilmente. Dietro ogni artista ci sono decine di persone che fanno il lavoro “duro”, ma tutti quanti hanno voglia di ricominciare nel miglior modo possibile quindi io mi sento positivo riguardo questa situazione!”

Quando uscirà il nuovo disco? “È uscito pochi mesi fa ed è stato un lavoro fatto con cura e dedizione. Per il momento mi occuperò di far uscire diversi singoli perché ho voglia di sperimentare nell’ambito dell’indie-pop cercando di restare originale ma senza stravolgere il lavoro fatto fino ad ora.”

Parliamo un attimo della copertina del singolo...c’è un cubo rosso che potrebbe esser una cassa di uno stereo o un televisore e un omino lego (?) dentro, con le gambe all’aria (non si vede la testa), quasi a voler dire che “I Maledetti anni 80” volevano “risucchiare” l’omino nell’oblio... o forse l’omino sta cercando con tutte le sue forze di uscire da quel “vortice” per tornare alla vita reale...almeno questo è ciò che mi è venuto in mente appena vista l’immagine, cosa rappresenta invece per te? 

“Il cubo è un pezzo di Playmobil, uno dei simboli di quel periodo, con un pupazzetto incastrato dentro. Il messaggio è lampante: non si esce indenni dagli anni ’80!“ 

Maledetti anni 80 cover

Hai pensato che dopo questo singolo tuo figlio un domani possa diventar “amante” degli anni ‘80?

“Magari! Bisogna conoscere il passato per capire il presente e questo vale anche per la musica. A casa mia si ascolta veramente (e dico VERAMENTE) di tutto, e quindi credo possa essere una diretta conseguenza quella di avere una cultura musicale di base a “banda larga”. Poi se sarà proprio un fan degli anni ‘80, tanto meglio! “

Se avessi la possibilità di tornare a quegli anni e di portare tuo figlio (tipo il film “Il Cielo in una stanza” di Vanzina) lo faresti?

“No, poverino! Poi diventerebbe come me, con tanta nostalgia e l’immagine colorata e fluorescente di un mondo che non tornerà più!”

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A nome mio e di Almax Magazine ti ringrazio. Un saluto dalla vostra Ely.