Ciao Almax Friends, questo mese sono felice di presentarvi: Antonello Tedde freelance e titolare della agenzia di comunicazione Active Press che ci racconterà qualcosa di lui.
Antonello Tedde freelance e titolare della agenzia di comunicazione Active Press si racconta.
Come ti descriveresti?
Sono uno che ha dato retta alle sue inclinazioni creative e artistiche, iniziando la sua avventura come informatico e come web designer, qualche anno dopo sono entrato nel mondo della comunicazione, nel 2008 ho fondato la mia agenzia Active Press, agenzia di comunicazione accreditata nel territorio dell’hinterland milanese e quest'anno festeggiamo 15 anni di attività. L'agenzia è composta da un team di collaboratori tra i migliori freelance nel settore della comunicazione e dell'immagine, una “crew” sempre operativa e in continua evoluzione con la capacità di creare emozioni dalle pubblicità.
Com’è nata questa professione?
Ho iniziato studiando informatica e comunicazione, in seguito ho lavorato per diversi anni nel settore informatico presso una importante SpA milanese, attraverso corsi di formazione professionale mi sono specializzato diventando web designer, ho iniziato a creare siti web per aziende, professionisti e artisti. Nella mia crew sono il responsabile sia dell'aspetto grafico/visuale dei siti, sia del loro funzionamento tecnico, ho una regola ben precisa: un sito web ben fatto coniuga design accattivante e semplicità di navigazione, ci sono degli elementi predominanti che accomunano questa squadra: professionalità, apertura, flessibilità, collaborazione e creatività.
Come si comunica una attività?
Per pubblicizzare bisogna innanzitutto ascoltare le esigenze del cliente, studiare l’attività, conoscerla, analizzare le caratteristiche e le componenti dell'offerta dal punto di vista del contesto geografico, del tessuto sociale, culturale e di ogni altra peculiarità, questo per individuare un posizionamento competitivo, creare un'identità riconoscibile dal target scelto.
Nell’antichità greca, il filosofo Zenone di Cizio, diceva che “La ragione per cui abbiamo due orecchie e una sola bocca è perché dovremmo ascoltare di più e parlare di meno”. L’evidenza che questi concetti si ripropongano ininterrottamente da circa duemila anni fanno riflettere su questo tema.
Quali sono i servizi che vi richiedono?
Tra le varie attività, ci richiedono spesso siti web accompagnati da video promozionali per pubblicizzare prodotti o professioni. Come nelle realizzazioni grafiche, nella stessa misura si mette in moto il meccanismo della creatività, la scelta dell’ambientazione, gli interpreti, le luci, le angolazioni, il montaggio, i font, le basi musicali, dove quest’ultime sono gli elementi determinanti per la riuscita di un video promozionale, prima che vengano selezionate e decise le basi musicali che faranno da sottofondo. Per questa elaborazione possono passare addirittura giorni.
Ci vogliono slancio e passione perché le difficoltà sono molte, a volte alcuni si limitano a stampare qualche brochure, a fare qualche reel, comunicare un brand oggi è diventata una cosa complessa, a cominciare innanzitutto dalla comunicazione interna per azioni efficaci, condivise, lo studio del logo, dei colori e quant’altro serva per identificare un marchio.
Vi siete mai ritrovati con le spalle rivolte verso la TV e sullo schermo passa la pubblicità di qualche prodotto?
Questa domanda la collego immediatamente al brano musicale utilizzato per quel determinato spot, dove in primo luogo viene creata la prima emozione catturando l’attenzione, il brano utilizzato colpisce e porta a far voltare il telespettatore per vedere cosa stanno pubblicizzando. Il creatore dello spot in quel preciso momento ha già raggiunto il 50% del suo obiettivo, vi ha fatto girare creando quel pathos iniziale che vi indurrà a vedere lo spot completo e quel promo lo ricorderete principalmente per quella determinata musica che vi ha colpito la prima volta.
E’ esattamente questo il nostro obiettivo, creare emozioni.
Com’è nato il connubio con il mondo degli artisti?
Il mondo della comunicazione mi ha riservato anche incontri e amicizie speciali, anni fa, dopo un concerto dei Matia Bazar, conobbi Fabio Perversi attuale frontman del gruppo, da quell’incontro con il passare del tempo si creò una stretta collaborazione, a seguito della quale, dopo circa un anno, mi ritrovai a curare l’ufficio stampa e i social per i Matia Bazar, fino allo stop dettato dalla pandemia.
Nello stesso periodo entrarono in squadra due validissimi e preziosi supporti, due care e stimate amiche: la giornalista Rossella Biasion, preparatissima e inserita nell’ambiente dello spettacolo e della musica e Patrizia Pezza, noto avvocato milanese che segue tutti i contratti e i depositi marchi per professionisti, aziende e artisti.
Pochi mesi più tardi, conobbi e diventai titolare dell’ufficio stampa per uno dei grandi della musica italiana, il Maestro Gino De Stefani, noto compositore, musicista e cantante, il quale vanta collaborazioni con colossi della musica italiana come Fabrizio De André e Cristiano (Popy) Minellono, a lui devono musiche e testi di brani famosi: Laura Pausini, Al Bano e Romina, Raffaella Carrà, Loredana Bertè, Fiorello e molti altri artisti.
Il lato positivo di questo mestiere, oltre alle gratificazioni personali, lo si evince dalle amicizie che si creano con le collaborazioni, o semplicemente per le grandi affinità in cui si riscoprono le belle persone, solo per citarne alcune: Alessia Marani fondatrice e curatrice di Progetto Almax, Dolores Longhi bella e bravissima conduttrice di Espansione TV; Gatto Panceri, famoso cantautore che non ha certo bisogno di presentazioni; Enrico Beruschi, comico, cabarettista e attore; Marianna Cataldi cantautrice e compositrice italiana; Samantha Iorio, ex vocalist di Mario Biondi, ha calcato palchi internazionali durante i più noti festival Jazz del mondo affiancando artisti del calibro di Burt Bacharach, Al Jarreau, Incognito, Pino Daniele e molti altri; Moira Mogentale backing vocals per famosissimi artisti nazionali e internazionali che vanta importanti collaborazioni come le sorelle Durga e Lorelei McBroom coriste dei Pink Floyd; Valerio Zelli cantante degli O.R.O. (Onde Radio Ovest); Walter Bassani, compositore, musicista, arrangiatore, cantante dei Meccano; Germana Zuffanti giornalista torinese e recensionista di libri; Max Viggiani giornalista e dal 2001 famoso speaker di RTL 102,5; Piero Marras, virtuoso chitarrista che ha collaborato con grandi artisti e diverse band come i Matia Bazar; Linda Dell, conduttrice di Entella TV; Debora Mancin, Speaker, conduttrice e creatrice di format, non ultimo Gianluca Sambataro, showman, musicista e compositore, direttore del famoso coro Rejoice Gospel Choir per il quale tutt’oggi sono coinvolto come ufficio stampa nel progetto “The Smile Show” che consiglio a tutti di andare a vederlo nei teatri.
Ovviamente una nota di gratitudine e apprezzamento a tutti gli altri collaboratori delle radio, delle tv e delle testate giornalistiche, che ci supportano sempre con grande perizia e professionalità.
Non si può garantire sempre l’articolo pronto sui quotidiani ma molti lo pretendono: come reagisci?
Diciamo che l’ufficio stampa opera nell’ambito dell’informazione e spesso quest’ultima non coincide con la pretesa degli artisti che esigono un messaggio pubblicitario. C’è un rapporto di reciproca intesa e fiducia fra ufficio stampa e giornalista fatto di complicità e alleanze, ma sempre nell’ambito di un’etica e deontologia professionale. L’ufficio stampa, non dovrebbe mai impiegare superlativi nel descrivere le informazioni degli artisti, non siamo noi a dover dire che uno spettacolo è "bellissimo": noi avvisiamo che lo spettacolo o il concerto è in uscita. L’informazione deve essere presente nel comunicato stampa, e questo è ciò che è richiesto a noi.
Il successo di un artista ormai viene certificato sulla base dei like, delle visualizzazioni, dei followers. Cosa ne pensi?
Parliamo di «fumo»: quello che conta in realtà è l’acquisto del biglietto di un concerto, non il like. Gli utenti scorrono e cliccano “mi piace” senza dare peso e rilevanza. Su internet il like vale tutto e si vuole rendere eterno ad ogni costo quel momento di celebrità. È così che si sono creati anche gli haters, coloro che seminano odio in quanto hanno la possibilità, attraverso i post sui vari social, di interagire con i loro artisti che, sebbene “amici”, poiché collegati su un determinato network, non possono rispondere personalmente a tutti quei messaggi, quindi avere un rapporto vero con i fan.
Nell’area globale, il veleno è iniettato semplicemente con un tweet, gli insulti arrivano con semplicità. Un tempo, i fan club facevano da tramite per inviare una semplice lettera al proprio idolo; oggi tutti si nascondono dietro ad un computer.
Cambiando discorso, vuoi parlarci del tuo "sogno del volo"?
Sono nato a Monza, classe 1964. fin da quando ero giovane ho avuto sempre il "sogno del volo", ho sempre prediletto sport individuali, ho praticato nuoto, fitness, tuffi nella specialità “piattaforma”, sempre a livelli competitivi. Fra tanti sport, ho scelto quello che mi fa "volare", da li alla passione per il paracadutismo è stata immediata, un piccolo passo.
La disciplina del paracadutismo è nata nell’ambiente militare, quindi quando ero un ragazzo: ed è stata senza dubbio l’esperienza più bella ed emozionante che abbia mai provato. Saltare da un aereo militare in volo a 400 metri a quei tempi dava una sensazione adrenalinica unica, come nessun altra cosa riesca a darti e a tutt’oggi la sensazione è rimasta la stessa.
Ma facciamo un passo indietro, nel lontano 1987. Conobbi una persona che oggi è un caro amico, Vittorio Doveri, in Italia è l’unico organizzatore di lanci di paracadutismo militare in tutto il mondo, grazie a lui, ai comandanti dei paracadutisti militari delle nazioni ospitanti e agli Ambasciatori italiani nel mondo, io ed altri amici abbiamo avuto la fortuna e l’onore per tanti anni di essere ospitati nelle basi dove vengono formate le Forze Speciali ed acquisire i brevetti militari di lancio in Europa, Asia, Medio Oriente, Stati Uniti d’America, Sud America ed altri settori geografici del pianeta.
Ci hanno lanciato da vari tipi di aerei, a varie quote, in ogni condizione, di giorno, di notte, nei deserti, nei mari caraibici, al largo degli oceani, ogni volta è sempre una grande emozione, vedere il mondo dall’alto governando un paracadute in mezzo al vento è sempre meraviglioso, tutto sembra più piccolo e si possono apprezzare dei paesaggi fantastici che da terra è impossibile vedere.
L'emozione che si prova a lanciarsi da un aereo è sempre la stessa, anche dopo tanti anni, la stessa che lascia un ricordo, qualcosa di indelebile nel cuore, sorrisi e volti amici di persone che amano l’Italia e gli italiani. Questa attività mi ha portato a conoscere molti paesi, persone con culture diverse, usi e costumi differenti dai nostri, cibi diversi e soprattutto visitare località e vedere luoghi che con ogni probabilità se non avessi fatto il paracadutista non avrei mai visto.
Ringraziamo Antonello Tedde per questa splendida intervista, a presto !