GIUGNO 2022 Il Falò del Saraceno di Alessandro Sbrogiò Intervista e Recensione Testo di Rosalinda Di Noia

Ben trovati amici di Almax Magazine, da Rosalinda Di Noia!

Per l’angolo dedicato alla letteratura questo mese andiamo a fare un salto nel mondo della narrativa con un nuovo autore che non vi ho mai proposto. 

Con molto piacere, ospite della rubrica abbiamo Alessandro Sbrogiò, che ci presenta il suo libro “Il Falò Del Saraceno”.

Ma andiamo ad approfondire il tutto, con questa bella chiacchierata che ho fatto proprio con lui.

RDN: Ciao Alessandro, grazie di essere qui con noi e benvenuto!

AS: Ciao Rosalinda e grazie a voi!

RDN: Come è nata la passione per la scrittura?

AS: Credo sia stata tutta colpa di mia madre. Mi ha incoraggiato a leggere fin dai primi anni delle elementari. All’epoca si guardava poco la televisione e il “gaming” esisteva solo nella nostra testa. I libri furono una straordinaria scoperta psichedelica, viaggi straordinari da fare distesi sul tappeto o sotto le coperte.

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RDN: Quali sono gli scrittori o poeti da cui prendi spunto o comunque sono fonte di ispirazione per te o semplicemente ami leggere?

AS: Mi piacerebbe definirmi un Casanova della lettura. Volo di libro in libro leggero, eccitato e in cerca di appagamento. Mi innamoro ora di uno ora dell’altro, vado a periodi, direi che a nessuno mi ispiro consciamente, ma inconsciamente, ne sono certo, molto di quello che leggo sedimenta dentro di me. Devo ammettere che mi sento molto influenzato da certa scrittura umoristica, parlo di Woody Allen, Douglas Adams, Jerome K. Jerome, Durrel, Benni e molti altri.

RDN: Nella tua vita sei un musicista, come riesci a conciliare il tuo lavoro con quello di scrittore?

AS: In verità non faccio neanche più il musicista di professione. Adesso lavoro come operatore per una grande rete di cooperative del mondo della cultura e dello spettacolo, occupazione che prende gran parte del mio tempo ed è un lavoro che amo molto. Per questo, quando si parla di musica e scrittura, mi definisco un nobile dilettante (…ma mi affretto subito a chiarire che nobile non sono). C’è il grande vantaggio che suono e scrivo quello che voglio, quando ne ho voglia. La vita non mi ha dato il grande successo, ma questo equilibrio non è niente male.

RDN: È nato prima l’amore per la scrittura o quello per la musica?

AS: Diciamo che, come prima cosa, ho imparato ad amare la lettura. Poi ho iniziato a suonare la chitarra e di seguito mi sono appassionato alla musica. La scrittura è arrivata per ultima, forse perché richiede la capacità di fare un sunto delle proprie esperienze, necessita della capacità di individuare le storie che vale la pena di raccontare, e se sei bravo, con le parole giuste.

RDN: Tra tutti gli strumenti come hai scelto il contrabbasso?

AS: Questa è la domanda tormentone per tutti i contrabbassisti. Provocatoriamente mi piace raccontare che, avendo letto degli straordinari benefici delle vibrazioni della chitarra sugli organi riproduttivi, mi sono fatto due conti e ho comprato un contrabbasso. Ma è uno scherzo. Ho iniziato con la chitarra, poi sono passato al contrabbasso in maniera naturale, appassionandomi alla musica da camera e antica.  Devo però confessare una cosa: non mi sono mai sentito un vero e proprio strumentista, esserlo richiede studio e dedizione e ormai il mio tempo è limitato. Preferisco comporre e arrangiare musica, inventare e scrivere romanzi, per me è questa la vera felicità.

RDN: Nel 2017 pubblichi il tuo primo libro “Cadenze d’inganno” classificandoti al primo posto al Premio Lorenzo Da Ponte, parlaci di questo libro…

AS: È un romanzo dedicato alla vita delle orchestre in tournée, anzi l’ho scritto proprio girovagando per il mondo con la Venice Baroque Orchestra. Vincere quel premio dopo essere stato valutato da una giuria di grande livello, capitanata da Antonia Arslan, mi ha dato fiducia. Narra di un violoncellista chiamato a sostituire un collega misteriosamente scomparso. Il musicista intuisce che dietro quella sparizione c’è qualcosa di losco e da questo parte la sua indagine. Ne approfitto per tirare in ballo i grandi teorici del ‘600, la musica del ‘700 e alcune considerazioni sull’ars combinatoria e sull’arte meno nobile del crimine e dell’inganno.

RDN: Nel 2018 pubblichi il tuo secondo romanzo “Orchestra Tipica Madero – Tango noir” con la Casa Editrice Diastema. Parlaci di questo secondo libro.

AS: In seguito al primo romanzo, la casa editrice organizzatrice del Premio Lorenzo Da Ponte ha trovato interessante un manoscritto che avevo sottoposto alla sua attenzione. Sempre di musica si parla, ma questa volta ho attinto alla variegata e magmatica frequentazione degli artisti iscritti alla cooperativa dello spettacolo con cui lavoro. Si parla di jazz e pianobar, ma anche di prestigiatori e imitatori, insomma il vero rutilante mondo dello spettacolo. Diastema e la sua presidente Mara Zia sono stati i partner perfetti per questi due libri, a partire dall’editing fino all’agguerrita promozione e a tutto il sostegno che mi hanno dato.

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RDN: Nelle opere che realizzi quanto c’è di invenzione e quanto di tua esperienza di vita personale?

AS: Pur partendo sempre da osservazioni, esperienze e sintesi del mio vissuto, le storie che racconto sono inventate, anche perché, in genere, trovo l’invenzione più stimolante e divertente della realtà. C’è qualcosa di divino nell’immaginare personaggi e intrecciarne i destini. Certo, a leggere bene si possono ritrovare caratteri, schegge di avvenimenti, a volte omaggi e citazioni, a cose, luoghi e persone che ho conosciuto. E ovviamente cerco di spargermi su tutti i personaggi, con la coscienza di Flaubert e il suo “Madame Bovary c’est moi!”

RDN: Quanto influisce nel tuo modo di scrivere il fatto di essere un musicista? AS: Mi verrebbe da dire che anche nella scrittura cerco fluidità e armonia. Anche nella narrazione è facile stonare. Una grande prova è la lettura a voce alta, se tutto scorre allora è musica anche quella.

RDN: Il 14 Gennaio di questo anno è uscito il tuo libro “Il Falò Del Saraceno”, parlaci di questo libro…

AS: In realtà è stato il primo libro che ho scritto. Poi l’ho riscritto parecchie volte, non riuscivo ad essere soddisfatto, sentivo che aveva altre potenzialità da mettere in evidenza. Durante il primo lockdown gli ho dedicato tutte le sere, ho riscritto capitolo per capitolo, e alla fine ho deciso che non avrei potuto fare di meglio, a malincuore, ho dovuto smettere di lavorarci. Dentro ci stavo davvero bene. Narra di un antico e dubbio suicidio e di tre ragazzi che decidono di vederci chiaro. In realtà, il vero argomento del libro è come quella strampalata indagine farà crescere i tre protagonisti, ma mi sono impegnato anche sul finale a sorpresa. Il libro è prima piaciuto alla redazione dell’editore Bookabook, e in seguito a tutti i partecipanti al crowdfunding che ne ha anticipato la pubblicazione, tutti amici e lettori che non smetterò mai di ringraziare.

RDN: Se dovessi usare tre aggettivi per descrivere questo libro quali useresti?

AS: Direi che è certamente divertente, ma anche robusto nella scrittura, e leggero, spero non superficiale.

RDN: Hai deciso di fermarti o stai già lavorando ad altro?

AS: Non ci si ferma mai, anzi, i momenti più belli sono proprio questi in cui non si sa in che direzione andare. Ho molte idee fra musica e scrittura, ma non so quante siano realizzabili. Qualcosa di sicuro combinerò.

RDN: Se dovessi dare dei consigli ai ragazzi che si avvicinano alla passione della lettura, da dove gli diresti di partire per scegliere un libro da leggere ed appassionarli in modo tale da non smettere mai di farlo?

AS: Mi piacerebbe raccontare il mio percorso, che è partito dalla grande narrativa per ragazzi, per approdare in seguito alla letteratura italiana, francese, russa e angloamericana. Ma forse il consiglio più sensato è quello di entrare in una bella libreria, annusarne l’aria, perdersi fra le copertine e poi fare due chiacchiere con il libraio, che una volta capito chi ha davanti avrà certamente un buon consiglio.

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RDN: Per chi volesse acquistare i tuoi libri dove può trovarli?

AS: Il Falò del Saraceno è ordinabile in tutte le librerie d’Italia, si può acquistare sulle principali piattaforme di e-commerce, oppure direttamente dal mio editore, qui: https://bookabook.it/libro/falo-del-saraceno/

RDN: Benissimo Alessandro! Grazie ancora per la tua gentilissima disponibilità e spero tornerai a trovarci presto con un tuo nuovo lavoro.  

AS: Io ti ringrazio di cuore, per l’invito e sicuramente tornerò! A presto!

Come avete potuto vedere la voglia di raccontare qualcosa, di trasmettere emozioni o semplicemente di concretizzare le proprie idee accompagnati da una forte passione diventa una forza esplosiva e invincibile.

Con questo vi saluto e alla prossima!

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima!

Recensione

Questo mese, per lo spazio dedicato alle recensioni dei libri lo facciamo proprio con il mio ospite del mese che ci ha presentato il suo ultimo romanzo durante la nostra chiacchierata che vi ho proposto precedentemente, ovvero Alessandro Sbrogiò.

Il libro in questione si intitola: “Il Falò Del Saraceno” pubblicato per la Casa Editrice Bookabook. Copertina Libro

Sinossi

Estate del 1979, East Coast siciliana. Franz, Gerardo e Pirata sono tre amici alle soglie della maggiore età. Vivono in una cittadina che a levante si affaccia sul mar Ionio e a ponente è assediata dal polo industriale: un piccolo universo in continua espansione, fatto di ciminiere, serbatoi e serpentine luminose.  A quelle latitudini il continente è lontano e i tre ragazzi si sentono esiliati, sospesi in un tempo che potrà finire solo con una fuga. Preoccupati di fare la fine di Montecristo, un farfugliante barbone, icona del fallimento di chi da quell’immobilismo è stato sopraffatto, i protagonisti si consolano con una smodata passione per la cannabis e i suoi derivati, si ubriacano di rock d’importazione e pianificano il futuro. Per puro caso si imbattono in una storia vecchia di trent’anni: il signor Saraceno ritorna al paese dopo dieci anni di assenza, restaura una casetta sul mare e poco dopo si dà fuoco come un bonzo. I tre giovani, dopo averci ricamato sopra, preferirebbero ignorare l’accaduto, ma entra in scena la coetanea Camilla, solitaria milanese in vacanza, che li convince dell’importanza di approfondire l’argomento, soprattutto in merito ad Amandine, l’amante francese del suicida, di cui è rimasta solo una lettera, dove in poche righe dà il benservito al signor Saraceno e comunica che non si sogna nemmeno di sbarcare in Sicilia, anzi si trasferirà a breve in Australia. Al contrario, c’è chi a Saraceno è indissolubilmente fedele, cioè il professor Lo Bello, docente in pensione, ecologista ante litteram e amico intimo del suicida, che da una parte cercherà di far riflettere i ragazzi sull’inquinamento provocato dalla Las Vegas degli idrocarburi e dall’altra non lesinerà in versioni varie e differenti sulle cause che hanno spinto all’estremo gesto l’amico. Montecristo continua a entrare e uscire dalla vicenda, sospettato di sapere più di quello che lascia intuire, così come il barbiere della piazza, che però ricorda bene i giorni precedenti lo strano suicidio, quando si aggirava per il paese un motociclista impegnato a chiedere di Saraceno con inconfondibile accento francese. Francese è anche il vecchio quotidiano dalla data sospetta che viene ritrovato dai ragazzi nella casetta sul mare, contenente la ricetta delle madeleine di proustiana memoria, indizio che lascia pensare che forse la misteriosa amante francese, contrariamente a quanto affermato nella lettera, da quelle parti si è fatta vedere. Alla luce di queste scoperte Camilla non potrà più nascondere il vero motivo per cui si trova in Sicilia, scatenando così il precipitare degli eventi e il conseguente insospettabile finale.

Personalmente sono una vera amante di questo genere di narrativa che oscilla tra il giallo e il mistero condito da leggende del posto.

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Una vera e propria avventura che parte da una storia di paese vecchia di trent’anni condita da amore e amicizia che terrà con il fiato sospeso fino all’ultima pagina il lettore. giallo che ti lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Una storia ricca di colpi di scena inaspettati e di momenti molto ironici e divertenti. La passione della musica dell’autore la si ritroverà in uno dei protagonisti che sogna di diventare un musicista affermato e la stazione radio di cui è proprietario il cugino di Pirata.

L’ho trovato molto scorrevole e piacevole nella lettura, in quanto l’autore utilizza un linguaggio semplice e una descrizione delle situazioni e dei luoghi molto attenti nel minimo dettaglio senza rischiare di cadere nella retorica e nella noia che può conseguirne per il lettore. Ti porta ad immedesimarti nei protagonisti trovandoti a vivere in prima persona la storia perché non vedi l’ora di scoprire la verità.

Sicuramente l’ironia nei dialoghi tra i ragazzi e nel raccontare le loro vicende rende la storia molto fresca, dinamica ed avvincente.

Consiglio questa lettura a tutti gli appassionati di thriller e alle tematiche esoteriche o a chi ha voglia di leggere qualcosa di diverso dai classici perché sicuramente è un libro fuori dagli schemi.

Se volete approfondire qualcosa di più su Alessandro Sbrogiò vi lascio qui sotto tutti i link che possono esservi di aiuto:

Inoltre vi ricordo che chi fosse interessato ad acquistare il libro lo potete ordinare su tutte le piattaforme e-commerce online e in tutte le librerie convenzionate.

Auguro a tutti voi buona lettura!

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