APRILE 2020 INTERVISTA A "TIZIANA ELSA PRINA" A CURA DI ROSALINDA DI NOIA

Testo di Rosalinda Di Noia

Ben trovati amici di Almax Magazine, da Rosalinda Di Noia!

Come avrete notato nella mia rubrica spesso vi propongo interviste a scrittori con annesse recensioni ai loro libri ma ovviamente non si può pubblicare un libro senza avere alle spalle una casa editrice che mandi in stampa il manoscritto.

Per questo, in questa occasione, ho scelto come ospite una donna che ha saputo mettersi in gioco e rischiare aprendone una sua.

Questo mese, come ospite della mia rubrica, abbiamo Tiziana Elsa Prina, che ci presenta la sua casa editrice “Le Assassine” e la sua proposta, portandoci dritti nei retroscena del mondo letterario.

Ma andiamo ad approfondire la sua conoscenza, con questa bella chiacchierata che ho fatto proprio con lei.

RDN: Ciao Tiziana, grazie di essere qui con noi e benvenuta!

TEP: Ciao Rosalinda e grazie a voi!

RDN: Come è nata la passione per il mondo della letteratura?

TEP: Senz’altro viene da molto lontano: ho frequentato il liceo linguistico Manzoni a Milano e mi sono laureata in Lingue e Letterature straniere. Questo è stato sicuramente un primo passo verso il mondo della letteratura, poi tra i diversi lavori che ho fatto c’è stato anche quello della traduttrice (ormai credo di aver superato la cinquantina di libri) e in quella qualità ho tradotto testi di Hermann Hesse (anche le sue poesie… un lavoro esaltante per l’impegno che ha richiesto), di Stefan Zweig o di Lou Andreas-Salomé, per fare qualche esempio. Inevitabile poi che questo tipo di attività mi portasse a leggere parecchio: amo tantissimo la letteratura dell’Ottocento e credo di aver letto la maggior parte dei classici francesi, inglesi, tedeschi e russi: ebbene sì, per natura sono esterofila.

RDN: Come è nata l’idea di creare una Casa Editrice tutta tua?

TEP: L’idea è nata in un periodo in cui facevo dello scouting letterario per altri editori e dall’impossibilità di veder tradotti, per svariati motivi, testi da me proposti. A un certo punto mi sono detta, ma perché non rischiare in prima persona invece di delegare ad altri le mie passioni?

RDN: Come mai la scelta del nome “Le Assassine”?

TEP: Per due motivi, uno di pancia, dovuto al fatto che non vedevo realizzarsi le mie proposte di traduzione, e uno più meditato: volevo che fosse subito chiaro che la casa editrice si occupava di letteratura gialla; dunque Le Assassine sarebbero le scrittrici, che con la loro penna ci trasportano nel mondo del giallo classico, del noir e del thriller. A dire il vero, man mano che aumentiamo la nostra produzione mi rendo conto che questa nostra ricerca di autrici, che non seguono solo il mainstream delle storie crime, ci porta in contatto con mondi molto più complessi e ci fa conoscere realtà molto diverse; alla fine non si tratta più solo di un delitto e di un ispettore chiamato a risolvere casi, ma di incontri con culture o periodi storici diversi.

RDN: La tua Casa Editrice ha fatto tre scelte molto particolari, ovvero, solo romanzi noir e tutte le varie sfumature, solo autrici donne e solo autrici straniere. Spiegaci questa tua scelta molto bella ed interessante da dove deriva. 

TEP: La scelta di pubblicare autrici donne non è una scelta femminista, ovvero non si tratta di voler imporre le quote rosa tout-court, ma di dare valore a una scrittura che non trova spesso il giusto spazio. Riporto ancora una volta ciò che mi ha detto una scrittrice canadese e che senz’altro vale per tutti i Paesi del mondo: a parità di valore letterario di un libro, uno scrittore avrà il 75% di recensioni contro il 25% per le donne. Faccio anche un esempio che viene dal passato: si è mai sentito parlare di Auguste Groner? Bene, è una scrittrice del primo Novecento che all’epoca in territorio tedesco ha venduto più di Conan Doyle, ma credo che nessuno ne abbia mai sentito parlare.

RDN: Avete deciso di creare due collane: la prima dal nome “Oltreconfine” e la seconda “Vintage”, come nasce questa distinzione e come avviene la selezione dei libri e di conseguenza autrici da inserire in esse?

TEP: La distinzione è nata per focalizzare un po’ gli interessi del lettore; in Oltreconfine pubblichiamo le scrittrici di oggi; sono autrici che vengono da diverse parti del mondo: abbiamo già pubblicato autrici del Marocco, del Botswana, del Canada, della Malesia e ora lavoriamo su romanzi di donne algerine, ceche, spagnole. Insomma, amiamo molto la varietà che troviamo assai arricchente. Per quanto riguarda la collana Vintage, che potremmo definire più soft: è il giallo classico dove si mette alla prova anche il lettore nella risoluzione del caso e non vi è mai uno spargimento di sangue pauroso o scene da pugno nello stomaco, abbiamo voluto riscoprire autrici del passato che hanno preceduto le grandi come Agatha Christie, Dorothy Sayers per attenermi a due esempi. Mi chiedi della selezione: be’, per Oltreconfine ci affidiamo a un incontro diretto con le autrici o con le case editrici, e per questo sono un’assidua frequentatrice di fiere e festival che hanno luogo un po’ in giro per il mondo, mentre per la collana Vintage ci si rintana come topi di biblioteca e si fanno ricerche a tappeto, soprattutto perché non vogliamo pubblicare libri già tradotti, anche se la traduzione è obsoleta e andrebbe resa fruibile ai lettori di oggi… ma le minestre riscaldate non sono mai buone.

RDN: L’ultima pubblicazione legata alla collana “Oltreconfine” è il libro “L’Urlo dell’innocente” della scrittrice Unity Dow, parlaci di questo libro…

TEP: È un libro che si basa su una storia realmente accaduta e che ci porta nel cuore del Botswana, dove modernità e riti sciamanici ancora convivono e si scontrano. Oltre alla storia che mi ha preso perché così lontana da quelle che si narrano solitamente, mi è piaciuto il fatto che l’autrice viva ancora in quel Paese e quindi sia immersa in quella cultura: molte scrittrici che sono espatriate finiscono per vedere le proprie origini ormai con occhi diversi, influenzate dal Paese in cui hanno eletto la loro residenza, quindi si perde in originalità e freschezza e molte volte si finisce per avere un solo punto di vista. 

copertina e quarta

RDN: L’autrice Unity Dow so che è una donna molto impegnata, infatti, lei è un giudice dell’Alta Corta del Botswana, nota per le sue battaglie nell’ambito dei diritti umani, parlaci meglio di lei e delle sue attività.

TEP: Purtroppo   doveva venire a parlarci del suo Paese e delle sue attività: vi era una specie di promessa da parte sua, sebbene sia una donna molto impegnata essendo attualmente ministro nel suo Paese e rappresentante all’ONU, ma il coronavirus, ahimè, ha bloccato tutto. Da parte mia posso dire che sono ammirata di fronte a questa donna nata in una capanna di una zona rurale del Botswana che grazie alle sue capacità si è potuta laureare in Legge, diventare giudice, ministro e nello stesso tempo occuparsi dei diritti umani e dei più deboli.

RDN: Una curiosità: come vi siete conosciute e soprattutto cosa ti ha colpito di questa donna la prima volta tanto da spingerti a pubblicare un suo libro?

TEP: Non ho purtroppo incontrato Unity Dow di persona, ma ho conosciuto la sua editrice australiana che pubblica molti libri interessanti sulla condizione femminile. Si tratta di un’altra piccola casa editrice, e senza le fiere non ci saremmo mai né conosciute né incontrate. Poi i libri esercitano, secondo me, una sorta di attrazione reciproca: ne senti parlare anche solo grazie a una breve sinossi o a una copertina e subito ne sei catturata. Mi è successo così anche per “La sedia del custode” di una scrittrice marocchina, Bahaa Trabelsi. Ero a una fiera del libro e mi sono fermata a guardare l’espositore con la copertina di questa opera, e non so perché mi sono subito detta che quel libro lo dovevo avere, così mi sono presentata all’editrice, che era piuttosto stupita, visto che non avevamo concordato in anticipo alcun appuntamento (alle fiere internazionali ogni mezzora è preziosa e quindi c’è un calendario di incontri molto serrato) e che fortunatamente aveva un buco di un quarto d’ora. È finita che dopo un colloquio abbastanza breve ci siamo accordate per la cessione dei diritti della versione italiana. Tra parentesi, il libro ha avuto la menzione al Festival Giallo Garda 2019 e l’autrice è stata invitata a diversi eventi nel mese di giugno, ma purtroppo la pandemia ha portato all’annullamento di tutte le manifestazioni.

RDN: Se dovessi usare tre aggettivi per descrivere le tue autrici e i loro libri quali useresti?

TEP: Per descrivere le autrici userei queste parole: di valore, mai banali, ottime nella scrittura; per i libri: intriganti, scritti beni, insoliti.

RDN: Per chi volesse acquistare i libri da voi pubblicati dove possono trovarli?

TEP: Stiamo valutando un distributore nazionale, perché tra i distributori regionali abbiamo conservato solo quello della Lombardia e Canton Ticino; comunque i libri sono disponibili sul nostro sito www.edizionileassassine.it sia in cartaceo che ebook. Naturalmente ci sono poi gli store online.

RDN: Benissimo Tiziana! Grazie ancora per la tua gentilissima disponibilità è stato un vero piacere parlare con te.

TEP: Io ti ringrazio di cuore, per l’invito! A presto!

Come avete potuto vedere c’è ancora gente che è piena di passione, voglia di raccontare qualcosa e soprattutto voglia di rischiare mettendoci la faccia in prima persona, perché non c’è cosa più stimolante di buttarsi in un’avventura purchè dettata dal cuore.

Con questo vi saluto e alla prossima!

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima!