MARZO 2020 INTERVISTA AD "AL MITICO ENRICO BERUSCHI" A CURA DI ALESSIA MARANI

Ciao Enrico, ti ringraziamo per la tua partecipazione su Almax Magazine di cui siamo onorati. Io ho avuto la fortuna di conoscerti di persona e sei un uomo di spettacolo veramente eclettico, sempre gentile e disponibile.

Come vivi il tuo rapporto con i fan? E' un bel rapporto, bisognerebbe avere più tempo per dedicarsene ed io faccio di tutto per essere gentile, partendo dall'incontro in strada arrivando ai social network, sia da spettatore che da interprete. E' un allegro doveroso piacere. Spesso verrai menzionato ricordando "DRIVE IN" storica trasmissione di immenso successo che ha donato notorietà e fama a molti altri tuoi illustri colleghi. Che ricordi hai di quel periodo? Bellissimo. Ero l'unico ad avere il "contratto di esclusiva", infatti "DRIVE IN" si costruiva intorno a me che dovevo inventarmi interamente uno spettacolo che potesse funzionare, al fine di non entrare in una trasmissione di altri congiurati che potavano non piacermi. Con Ricci abbiamo costruito "il gruppo" ed in seguito lui ha preso in mano la conduzione. L'idea di ambientare lo spettacolo in stile “DRIVE IN” Americano è stata di una segretaria di produzione ed edizione. Cercavamo una trasmissione con determinate caratteristiche. Io abitando a Milano arrivo ad una riunione immersa in un clima di entusiasmo collettivo trovando gli autori, il regista e i collaboratori galvanizzati con già in testa la parola chiave “DRIVE IN” che ripetevano ad alta voce in modo euforico e la mia felicità si è aggiunta alla loro. Non sarebbe facile riprodurre un “DRIVE IN” perchè eravamo quasi tutta gente con ipotetiche capacità che in quel momento erano un pò messe da parte. Con Giancarlo Nicotra avevamo fatto “Tutto Compreso 81” in onda su Rai2 e progenitore del “DRIVE IN “ma non fu preso troppo in considerazione dalla Rai. In ordine di apparizione io sono nel contratto mentre Giancarlo Nicotra usciva da un paio di esperienze non proprio esaltanti. Ricci si stava liberando da una trasmissione che non l'entusiasmava. Greggio era il mio bambino che ho incontrato come giovane attore in "Tutto Compreso 81", notandone subito la bravura l'ho subito inserito nel nostro nascente gruppo. Margherita era la "moglie teatrale" che avevo incontrato in teatro anni prima e con cui avevamo già duettato in "Tutto Compreso" (passato inosservato) La Rai al tempo non aveva capito di aver in mano un possibile asso vincente. Gianfranco D'Angelo che ora lavora in teatro (anche lui proposto da Giancarlo Nicotra e accettato da me con entusiasmo) aveva avuto come noi alti e bassi televisivi. Io sono stato il primo ad approdare in teatro poi tutti gli altri mi hanno seguito a ruota. Carmen Russo che è stata una felicissima intuizione di Berlusconi e Lei tutt'ora riconosce che noi dello sfaff del “DRIVE IN “'abbiamo aiutata a diventare una star amata da grandi e piccini e da uomini e donne. Stessa operazione conseguente fatta con Tinì Cansino. Enzo Braschi era uno dei "giovani", amico di Ricci, sbagliato il primo personaggio ha imbroccato col secondo che tutti ricordiamo "Il Paninaro". Giorgio Faletti si è fatto amare con diversi personaggi fra i quali ricorderete "Vito Catozzo".

Sei presente sia nell'ambito cinematografico che televisivo e teatrale. In quale di questi ambienti ti sei sentito più a tuo agio? Ricordi un che ti ha particolarmente emozionato? Hai anche qualche sassolino nella scarpa che ti piacerebbe togliere? Nessun sassolino, è difficile non andar d'accordo con me anche se nel lavoro pretendo molto. L'emozione più grande è stata durante "L'angelo Azzurro" al "Teatro Verdi" di Firenze sul monologo finale (immobile dopo il chicchirichì del Professor Unrat) sentire il palco che vibrava per tutto il pubblico in pienone che applaudiva. Dopo la passerella però, quando si chiude il sipario, ci si accorge di essere "soli". Un attimo prima sei in simbiosi con 2.500 persone e dopo rimani con questa sensazione di solitudine accorgendoti di essere effettivamente dinuovo "solo". L'applauso "arriva" in teatro mentre il lavoro di costruzione ed il clima si ottiene in televisione.

Quando hai realizzato che stavi diventando un personaggio famoso? Come hanno reagito parenti ed amici? Hai visto dei cambiamenti nei tuoi confronti? Ho realizzato un mezzogiorno a Padava. Guidavo una macchina sponsorizzata con due ballerine. Mi fermo per chiedere un’ indicazione stradale ed invece di avere una risposta vengo riconosciuto ed acclamato. Ero andato in onda due giorni prima in una trasmissione che si chiamava:"NON STOP" Mike Bongiorno che faceva con me la tournè sentì il vibrare del pubblico e mi disse: "IL SUCCESSO E' QUI”. Io non ero ancora così esperto e smaliziato da intuirlo. In generale amici e parenti sono sempre stati molto orgogliosi di me, però chi mi considerava “lo scemo del villaggio” si è dovuto ricredere. Una curiosità, come avvenne il tuo primo provino importante? Io non ho fatto provini, sono stato buttato in scena per scherzo e da quel punto è iniziata la mia naturalmente in milanese:"Ascolta un po’ te, faccia di…bronzo, si dice che tu sappia far ridere: domani sera provi". Infatti, la sera successiva, mi presento per tempo, vestito bene, Walter mi dice di stare pronto e, quando tocca a lui, dopo cinque minuti, comincia a parlare di Garibaldi, di una nonna civetta, di un nipote che assomiglia all’eroe, che per la prima volta è su di un palcoscenico, di trattarlo bene…. si apre il sipario rosso e mi tocca parlare. Saluto, bofonchio, tre barzellette… la gente ride, applaude, esagera, ci prende gusto… anch’io ci prendo gusto ed eccomi ancora qui, dopo 40 anni. Avevo 31 anni.

Cosa ne pensi dell'attuale panorama artistico? Il panorama artistico attuale risente di quello che è un male comune. E' pieno di gente che illude i giovani buttandoli in televisione. Ad esempio, parlando dei comici, prima c'era la gavetta dei cabaret, ora si va subito in TV e spesse volte solo uno su dieci dei proposti ne è all’altezza. Si crea una generazione di “spostati”. Basta una frase ripetuta allo sfinimento che credono di aver risolto la vita poi però ne rimangono un pò fuori. Bisogna alimentare le speranze ma non alimentare le illusioni. Il personale estero è più incentivato a lavorare. Gli Italiani si fasciano la testa ancora prima di sbatterla.

Hai partecipato a molti progetti a scopo benefico, con che criterio al giorno d'oggi possiamo fidarci a donazioni serie secondo quello che sono state anche le tue esperienze? Poco in genere, però quando sono sicuro che vadano a buon fine mi dedico per quello che posso fare. Bisogna conoscere. Io rifiuto e sono nemico degli “importunatori stradali” perchè non posso capire se fingono o meno. Se vogliamo quantificare la mia beneficenza, posso dire che avviene nel mio piccolo ed è devoluta a gente sicura che conosco personalmente.

Quali insegnamenti hai dato ai tuoi figli quando hanno deciso di intraprendere a loro volta un percorso artistico? Mia figlia è un'impiegata e presto mi darà una nipotina. Mio figlio è regista e chitarrista del suo gruppo deaht metal "I FAUST". Il mio consiglio è sempre stato quello di essere onesti con loro stessi, lavorare e prepararsi. Tenersi sempre in allenamento. Hai sorpreso gran parte del tuo pubblico iniziando a cimentarti in ruoli di opere, operette e lirica.

A Cosa è dovuta questa decisione? Più che operette sono ormai opere. La passione lirica la coltivavo da ragazzo. La prima volta alla Scala (avevo sedici anni) ho visto ed ascoltato la Callas: "La Traviata". Fu un’ esperienza indimenticabile. Questa mia passione è continuata ed è rimasta latente per quarant'anni riesplodendo ultimamente. Partendo dal basso ci sono concerti, opere fatte in maniere semplici con piano e voci ed io sono una voce narrante che però interagisce col pubblico. Vorrei estendere la lirica ai giovani.

Progetti futuri? Quali altri percorsi ti piacerebbe intraprendere? Quello che mi piace è parlare di lirica in tutte le sue varie forme perchè faccio le regie e tant’altro ma sono sempre costretto a ridurre all'osso e semplificare. Ai giovani deve essere spiegata la bellezza che risiede nell’opera.

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e la disponibilità. Con affetto e Stima. Grazie a te Alessia ed alla tua webzine.